La cancellazione delle multe milionarie per le ong, lo stop alla confisca delle navi, il ritorno al meccanismo della protezione umanitaria con un allargamento delle maglie della protezione speciale, tempi più brevi per ottenere la cittadinanza italiana, il ripristino della possibilità di svolgere lavori di utilità sociale. Il nuovo decreto su immigrazione e sicurezza ottiene il via libera del Consiglio dei ministri: il governo approva così il superamento dei due decreti sicurezza voluti da Matteo Salvini. Con in più due norme per inasprire il Daspo dai locali e le pene per i violenti e gli spacciatori, che arrivano dopo l’uccisione del giovane Willy Monteiro a Colleferro. La maggioranza aveva faticato a trovare la quadra sul nuovo testo, a partire dai rilievi fatti in sede di emanazione dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. A dividere Pd e M5s era stato soprattutto il ritorno della protezione umanitaria, non gradita da una parte dei Cinquestelle.

Ora tra chi esulta per primo c’è il segretario Pd, Nicola Zingaretti, che su Twitter scrive: “I decreti propaganda/Salvini non ci sono più. Vogliamo un’Italia più umana e sicura. Un’Europa più protagonista”. Festeggia anche il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano: “Stasera in Italia cade un muro. Ci abbiamo messo un po’, un po’ troppo, ma ora i cosiddetti decreti sicurezza di Salvini non esistono più. Anche le parole tornano al loro posto: migrazioni, protezione, accoglienza, legalità. Avanti ancora, verso un Paese con più diritti e più umanità”. Si unisce anche il vicesegretario democratico, Andrea Orlando: “I decreti insicurezza di Salvini vanno in soffitta. Il Pd ripristina la civiltà e lo stato di diritto. Si cancella una vergogna e si riorganizza l’accoglienza per promuovere l’integrazione e garantire la sicurezza per tutti”.

Le ultime modifiche al nuovo decreto prevedono, tra le altre cose, la fine delle multe e lo stop alla confisca della nave per le ong. La confisca delle navi delle organizzazione non governative non è più prevista a condizione che gli equipaggi informino le autorità italiane a ogni intervento di salvataggio e il Paese di cui battono bandiera, se non sono italiane. C’è anche il ritorno della ‘protezione speciale‘ – non più denominata umanitaria – per chi, tornando nel proprio Paese, rischierebbe “trattamenti inumani o degradanti“. Infine, la convertibilità in permesso di soggiorno per motivi di lavoro di alcune tipologie di permessi, ad esempio “per protezione speciale, per calamità, per residenza elettiva, per acquisto cittadinanza o apolidia, per attività sportiva, per lavoro di tipo artistico, per motivi religiosi, per assistenza minori”.

Via, poi, le norme speciali introdotte con il decreto Salvini che assegnavano al ministro dell’Interno specifiche competenze, prima disciplinate dal codice di navigazione. Ritorna, quindi, al ministero delle Infrastrutture la titolarità di determinare il divieto o la limitazione del transito di navi, fermo restando che il Mit, nei casi di ordine e sicurezza o di violazione delle norme sul traffico di migranti, dovrà concertare le proprie decisioni con il Viminale e con il ministero della Difesa, informato il presidente del Consiglio.

Ai nove articoli sui quali i giallorossi avevano trovato l’accordo se ne aggiungono due scritti da Alfonso Bonafede e Luciana Lamorgese che mettono nero su bianco la cosiddetta ‘norma Willy‘, il ragazzo pestato a morte a Colleferro. Il provvedimento introduce il ‘daspo’ per i violenti, dando il potere ai questori di disporre, anche in presenza di una condanna non definitiva, il divieto di accesso a pubblici esercizi o locali di pubblico trattenimento nei confronti delle persone denunciate, negli ultimi tre anni, per reati commessi in occasione di gravi disordini, qualora dalla condotta possa derivare un pericolo per la sicurezza. Inserita anche la norma di contrasto alla vendita di droga tramite siti web.

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