I referenti liguri di Libera, nomi e numeri contro le mafie, preferiscono non farne un caso e spiegano che l’assenza di Giovanni Toti all’incontro pubblico tra candidati organizzato da un mese sia dovuta a “altri impegni concomitanti”. Eppure il rifiuto di partecipare o mandare qualcuno a suo nome all’incontro stupisce, non solo per l’ampio anticipo con il quale era stato organizzato ma anche per la centralità del tema in considerazione delle crescenti infiltrazioni mafiose in Liguria, argomento completamente assente dal programma elettorale del centrodestra.

“Abbiamo organizzato questo incontro per conoscere l’opinione dei candidati su un documento che gli abbiamo consegnato – spiega il referente di Libera Liguria Stefano Busi – che si riassume in maggiore attenzione e finanziamenti per il riutilizzo sociale dei beni confiscati alla mafia e ancora inutilizzati, una gestione centrale degli appalti a livello regionale e maggiori controlli su tutto quello che attiene il ciclo dei rifiuti, che da anni rappresenta un settore di grande interesse per le organizzazioni criminali”.

Non perde l’occasione per stigmatizzare l’assenza di Toti il candidato giallorosso Ferruccio Sansa, che nel suo intervento ha rilanciato la proposta di un assessorato alla legalità e alla trasparenza che si occupi specificatamente del contrasto alle organizzazioni mafiose.

Se l’assenza di Toti è in parte motivata dalla sua scelta ’strategica’ di massimizzare il vantaggio che gli viene dato dai sondaggi, sorprende anche l’assenza del candidato renziano Aristide Massardo, che pure aveva garantito agli organizzatori che avrebbe mandato un suo delegato, mentre hanno preso parte all’incontro sostenendo compattamente il documento di Libera le due candidate indipendenti Marika Cassimatis e Alice Salvatore (ex M5s) e il sovranista Davide Visigalli candidato per la lista “Riconquistare l’Italia”.

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