La lunga fuga dell’orso M49 si è conclusa ancora una volta. Gli uomini del Corpo Forestale del Trentino lo hanno rintracciato nella zona del massiccio del Lagorai e lo hanno catturato grazie a una trappola-tubo. Hanno impiegato quasi un mese e mezzo perché dal recinto del Casteller, vicino a Trento, era scappato per la seconda volta a fine luglio. In questo caso, a differenza della prima volta, era dotato di radiocollare, il che rendeva possibile seguirlo nei suoi spostamenti per le valli e le montagne trentine. Ma dopo neppure un mese l’apparecchio era stato trovato a terra. M49 era riuscito a liberarsene e così era tornato ad essere Papillon (dal romanzo autobografico di Henri Charrière), il nome che gli aveva affibbiato il ministro dell’ambiente Sergio Costa, da sempre difensore della libertà di M49.

Pronte le reazioni dei gruppi ambientalisti. “È l’atto estremo di una ignobile persecuzione dell’animale simbolo della biodiversità, della libertà e della natura. Un orso che non si è mai reso colpevole di nessun atto di aggressione verso gli umani, ma che è diventato suo malgrado elemento di gioco politico. Ci rivolgeremo anche all’Unione europea ma chiediamo da subito un fortissimo e immediato intervento del ministro Costa”. Questa la dichiarazione dell’Ente nazionale protezione animali, che aggiunge: “È ormai irrinunciabile e non più rimandabile la mano dello Stato sul prezioso patrimonio di fauna del nostro Paese. La Provincia Autonoma di Trento non deve più esercitare nessuna competenza sui grandi carnivori. Continueremo a batterci sempre per restituire M49 alla sua vita”.

Così l’orso si trova ancora al Casteller, dove sono già reclusi M57 (catturato ad Andalo la settimana scorsa) e l’orsa Dj3 (che vi si trova da anni). L’area per animali problematici a questo punto è satura, mentre sono in corso di esecuzione altre tre ordinanze di cattura firmate dal presidente della Provincia, il leghista Maurizio Fugatti: una per un secondo esemplare di Andalo (dove a fine agosto è stato aggredito un carabiniere da M57), una per un orso individuato nella zona di Dimaro-Folgarida e la terza per l’orsa JJ4 che il 22 giugno sul Peller aggredì due cacciatori, padre e figlio.

Di M49 si cominciò a parlare nel giugno dell’anno scorso per alcune razzie vicino alle malghe in Val Rendena. Poi il primo ordine del presidente Fugatti: va catturato. A quel punto il ministro Costa si era opposto all’ordine di abbattimento. Era stato catturato il 14 luglio vicino a Malga Rosa, nel comune di Porte di Rendena. Ma al Casteller era rimasto poche ore, visto che di notte era riuscito a fuggire (dopo che gli avevano tolto il collare) scavalcando la doppia recinzione elettrificata. Ecco una nuova ordinanza, che intimava anche di sparare. Ma il ministro Costa aveva sconfessato Fugatti. Fino all’inverno si erano susseguite le segnalazioni in diverse zone del Trentino. Probabilmente è andato in letargo nella zona del Lagorai.

È ricomparso a marzo, nella Val di Fiemme, con le prime razzie di arnie. A Castello di Fiemme è stato addirittura filmato nel giardino della casa del sindaco. È poi finito ai confini con il Vicentino, visto che lo hanno ripreso sulle nevi del Monte Carega, mentre giocava nella neve e dove aveva abbattuto la porta in metallo del rifugio Fraccaroli. È stato catturato per la seconda volta il 30 aprile scorso con una trappola a tubo in Val Rendena. Nelle settimane successive lo hanno castrato chimicamente, anche per evitare complicazioni con l’orsa DJ4 che si trova in un’altra parte dell’area. Ma il 27 luglio la seconda fuga. Il radiocollare è stato trovato il 21 agosto. Adesso Papillon è stato acciuffato nuovamente.

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