Tre giorni dopo la prima campanella – il 1 settembre – in Francia sono già stati chiusi 22 istituti e un centinaio di classi per casi di positività al coronavirus. Lo ha detto il ministro dell’Educazione francese, Jean-Michel Blanquer, ai microfoni di radio Europe: “In Francia ci sono 12 scuole che sono state chiuse, su un totale di 62mila – ha precisato – un numero esiguo” a cui si aggiungono 10 scuole a La Reunion, dipartimento francese nell’Oceano Indiano, il numero di pazienti ricoverati con Covid è aumentato nelle ultime settimane.
Inoltre, “un centinaio di classi” sono state chiuse, ha aggiunto Blanquer, ma questo è un numero che “cambia tutti i giorni”. Il ministro ha infatti spiegato che circa 250 protocolli per sospetta positività vengono attivati quotidianamente. Per la maggior parte, si tratta di sospetti “legati a fattori esterni alla scuola, con persone che spesso hanno potuto essere contagiate prima del rientro in classe”. Non tutti questi casi si rivelano positivi, ma una volta segnalato un sospetto le scuole devono seguire un ampio protocollo governativo che può includere l’invio di un’intera classe a casa per l’apprendimento online o la chiusura dell’intera scuola. Blanquer ha affermato che il numero di interruzioni rimane “relativamente basso” rispetto al numero di scuole in Francia.
Martedì, oltre 12 milioni di studenti sono tornati a scuola in Francia, nonostante alcuni genitori e sindacati dei docenti avessero espresso preoccupazione per la continua crescita dei casi di coronavirus. Nell’ultimo bollettino la Sanità francese ha confermato 7.157 casi positivi, contro i 7.017 del giorno precedente.
Sostieni ilfattoquotidiano.it: mai come in questo momento abbiamo bisogno di te.
In queste settimane di pandemia noi giornalisti, se facciamo con coscienza il nostro lavoro,
svolgiamo un servizio pubblico. Anche per questo ogni giorno qui a ilfattoquotidiano.it siamo orgogliosi
di offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti: notizie, approfondimenti esclusivi,
interviste agli esperti, inchieste, video e tanto altro. Tutto questo lavoro però ha un grande costo economico.
La pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre dei ricavi limitati.
Non in linea con il boom di accessi. Per questo chiedo a chi legge queste righe di sostenerci.
Di darci un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana,
fondamentale per il nostro lavoro.
Diventate utenti sostenitori cliccando qui.
Grazie
Peter Gomez
GRAZIE PER AVER GIÀ LETTO XX ARTICOLI QUESTO MESE.
Ora però siamo noi ad aver bisogno di te.
Perché il nostro lavoro ha un costo.
Noi siamo orgogliosi di poter offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti ogni giorno.
Ma la pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre ricavi limitati.
Non in linea con il boom accessi a ilfattoquotidiano.it.
Per questo ti chiedo di sostenerci, con un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana.
Una piccola somma ma fondamentale per il nostro lavoro. Dacci una mano!
Diventa utente sostenitore!
Con riconoscenza
Peter Gomez