Dopo 16 giorni, Daniele Mondello, abbraccia in lacrime la piccola bara che gli agenti portano a spalla dal luogo del ritrovamento. Manca l’ufficialità, che arriverà soltanto quando si avrà il risultato del test del Dna, ma le ricerche sono finite. Dal 3 agosto incessantemente una task force coordinata dai Vigili del fuoco aveva cercato mamma e figlio, Viviana Parisi e il piccolo Gioele. La donna è stata ritrovata dopo cinque giorni, ce ne sono voluti altri 11 per ritrovare i resti di un bambino di 4 anni – l’età di Gioele – e gli indumenti: una maglietta e delle scarpette. Che saranno sottoposti al papà del piccolo per il riconoscimento: “Abbiamo sempre pensato che il bambino fosse in questo posto è i fatti, purtroppo, ci hanno dato ragione”, ha detto il procuratore Angelo Cavallo risalendo il sentiero, vicino al quale è stato ritrovato il corpicino dilaniato del bimbo. E ha continuato: “Mostreremo alcuni oggetti trovati ai familiari di Gioele per procedere a un primissimo ragionamento. Poi tutto è demandato agli accertamenti medico legali e alla comparazione del Dna”. L’ufficialità la darà solo un capello sottratto dal capo ritrovato del piccolo, che dirà ai medici legali, arrivati subito sul luogo, con certezza assoluta se si tratta di Gioele. Ma i dubbi sono davvero esigui.

Un corpo “straziato” dall’aggressione di un animale, ecco cosa resta del bimbo. Un ritrovamento drammatico, riuscito grazie a un carabiniere di Capo d’Orlando ormai in pensione, Giuseppe Di Bello, che già da qualche giorno si era messo a disposizione dei Vigili del fuoco e sotto loro indicazione aveva perlustrato una zona già battuta, stavolta con una falce per tagliare i rovi. Proprio sotto uno di questi, a 200 metri da dove era stato trovato il corpo di Viviana Parisi, ha fatto l’amarissima scoperta. Poco dopo le 10.30 l’ex carabiniere ha avvertito i Vigili che aveva trovato qualcosa: “Un corpo straziato”, così parla Di Bello e tanto basta per descrivere i particolari. L’ex militare, che si è spinto oltre grazie alla falce, ha detto di avere visto anche resti di animali. Il bambino è stato aggredito da animali selvatici? Da quali? Era già morto o era ancora vivo? Sono questi i terribili interrogativi ai quali cercheranno di dare risposta gli esperti. Intanto ripartono da zero i ragionamenti: secondo i ricercatori, i maiali selvatici, che sono presenti in zona, si abbuffano di tutto ma non aggrediscono i vivi. In zona però gli animali sono tanti: i due Rottweiller già considerati nei giorni scorsi, ma ci sono anche le volpi.

E l’autopsia sarà in grado di stabilire se la morte del piccolo sia avvenuta prima o dopo? Bisogna aspettare ancora per capire. Dopo la svolta di oggi, cosa è successo quel 3 agosto è, dunque, ancora un grattacapo per gli investigatori. Quel che è certo è che Viviana Parisi stava attraversando un periodo di grande difficoltà emotiva. Tale da farla temere per la sua incolumità e quella della sua famiglia: “Non ti preoccupare, non ti succede niente, né a te, né al bambino, né a me”, così si era rivolto subito alla moglie Daniele Mondello nel primo video messaggio pubblicato sul suo profilo social. E adesso sembra più chiaro che Mondello cercasse di rassicurarla: da qualche tempo la donna temeva di essere seguita – secondo quanto riferiscono gli investigatori -, costringeva il marito a fare più giri in auto prima di arrivare a destinazione, per assicurarsi che non ci fosse nessuno dietro di loro. In due occasioni era perfino stata chiamata l’ambulanza. Una di queste volte perché aveva tentato di farla finita.

Paranoia e crollo mentale dovuto a crisi mistica”, così era stato certificato dall’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto a fine giugno. Negli ultimi tempi, però, pareva essersi rasserenata. Proprio il giorno prima, la domenica del 2 agosto, aveva fatto una gita col marito e col figlio al mare, a Patti, qualche km prima di Caronia. La morsa dell’inquietudine l’aveva divorata di nuovo? Viviana quel 3 agosto mattina è uscita senza cellulare, ha mentito al marito dicendo che sarebbe andata a Milazzo per comprare delle scarpe al piccolo, invece ha imboccato l’autostrada e si è allontanata di un centinaio di chilometri. Forse diretta alla Piramide della luce, l’installazione voluta da Antonio Presti a Motta D’Affermo, ma il tamponamento l’ha fermata prima. Dopo avere urtato il furgone degli operai, è stata costretta a fermarsi. Su una piazzola dell’autostrada ha lasciato l’auto ma anche la borsa con soldi e patente. Si è inerpicata col piccolo Gioele nella campagna di Caronia. Quel che è successo da questo momento fino a quando lei e Gioele – si presume – sono arrivati nella zona del traliccio è tutto da verificare.

Viviana ha subito due fratture importanti alla spina dorsale che possono fare pensare alla morte dopo una caduta. Una morte rapida sotto il traliccio, ma perché era salita lì? Per sfuggire agli animali assieme al figlio? Sono caduti e poi morti nell’impatto? Il corpo del bambino è stato trasportato forse da un animale sotto un rovo a 200 metri di distanza. Ma perché il corpo della donna non è stato pure aggredito con la stessa ingordigia dagli animali? Era stata la donna a nascondere il corpo del piccolo sotto un rovo, dopo averlo ucciso? Sono ancora tante le domande. Ma Daniele ripete sempre la stessa risposta: “Non avrebbe mai fatto male al bambino”.

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