Succede che Pandora crea dei gioielli brutti e stavolta più del solito. So di inimicarmi il 90% delle signore italiane, ma devo ammettere che le file fuori dai negozi Pandora sono per me una tra le cose più inspiegabili della storia del mondo, anche se ogni tanto azzardo qualche possibile interpretazione, per esempio che:

A) Dentro in realtà si mangia gratis dall’antipasto fino all’ammazza caffè e c’è pure il rutto libero.
B) Ad accoglierti all’interno ci sono Diletta Leotta e Can Yaman con addosso solo un paio di ciondoli a forma di foglia di fico.
C) In realtà Pandora paga delle comparse che stiano in fila fuori dai suoi negozi.

Per correttezza e per evitare inutili commenti feroci, vorrei precisare che si tratta della mia personalissima opinione, non dell’oracolo di Delfi. Dunque dicevamo, ultimamente Pandora ha deciso di “deliziarci” con delle creazioni che vorrebbero celebrare le 12 regioni italiane, attribuendo a ciascuna un simbolo emblematico. Ed ecco che il Lazio ha il suo ciondolo Colosseo: interessante è il fatto che questa regione venga identificata solo con Roma, mentre il resto è solo un grande “sticazzi”.

Per la Sicilia una macchina fotografica che senza troppe spiegazioni dovrebbe descrivere la bellezza, le tradizioni e la complessa storia di questa regione come il cibo, il barocco, il mare… vabbè “fotografate tutto e non rompete le balle!”; alla Campania tocca la stessa sorte del Lazio, con Napoli come unico e manco per nulla scontato riferimento, ma qui la scelta del ciondolo mette d’accordo tutta la regione: una bella pizza che fa felici da Caserta a Salerno. Prossimo anno ciondolo mozzarella di bufala.

Il Veneto manco a dirlo è solo Venezia, col suo Ponte di Rialto; la Lombardia è solo Milano e quale simbolo rappresenta meglio questa città se non il Duomo… ah no, la bicicletta. Per par condicio per Amsterdam hanno proposto la Madunina con un mazzo di tulipani in mano. In Emilia Romagna se magna, così ha decretato Pandora, e quindi ai direttori creativi il simbolo più adatto per descrivere questa regione è sembrato la pasta, che tu pensi “vabbè, banalità per banalità mettiamoci tortellini o tagliatelle”. Eh no, fusilli e farfalle: dove c’è Pandora c’è casa.

Per la Puglia viene proposto un ciondolo che rappresenta il mare, così, per restare sul generico, ma la promessa è che nella prossima collezione la regione avrà il suo ciondolo orecchietta. Dulcis in fundo la Sardegna. Qui si sono scatenate polemiche di ogni genere per via della scelta di rappresentare l’isola con un ciondolo a forma di pecora.

Ora io dico, visto quello che hanno combinato con le altre regioni, non è che ci si poteva aspettare il colpo di genio proprio per la Sardegna. Se però volete il vero motivo di tale scelta, dovete sapere che questo ciondolo ha pure un nome “Patti la Pecora”, che secondo il sito di Pandora “ci ricorda che non importa il tuo aspetto, ciò che importa è chi sei […] rappresenta l’inclusività e l’accoglienza delle diversità”.

Della serie: siamo talmente inclusivi che consideriamo italiani pure i sardi. Quindi cari conterranei ringraziamo umilmente Pandora invece di polemizzare e facciamole recapitare una bella forma di pecorino stagionato. Ma detto questo, io continuo a pensare a tutte quelle signore e signorine che andranno in giro con 12 ciondoli appesi al polso, come tante dodicenni felici e orgogliose che mostrano a tutti i gingilli appena comprati alla bancarella della festa di paese.

E quel che è peggio è che si metteranno lì a collezionare questi ciondoli e a scambiarli con le amiche, tipo figurine Panini “celo, celo, manca”. Si creeranno piazze di spaccio di ciondoli Pandora, con pericolosi assembramenti e noi qui a pensare se sia meglio una pecora o un nuraghe. Io direi meglio niente.

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Il tema non è la ricchezza ma com’è distribuita. Su questo si era espresso pure Montesquieu

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