A due anni dal crollo del ponte Morandi, Emilio Vedelago, vigile del fuoco del comando di Genova, ricorda quei momenti vissuti in prima linea: “Con l’inaugurazione del nuovo ponte sembrano esserselo dimenticato, ma quelle macerie che sono stati così veloci a togliere dalla strada non si possono togliere dal nostro cuore”. Quel mattino del 14 agosto 2018 ha assistito in prima persona al crollo mentre era casualmente in Val Polcevera e ha soccorso due persone che si sono salvate per miracolo nei difficili momenti immediatamente successivi alla tragedia: “Noi vigili del fuoco siamo abituati a intervenire in eventi imponderabili – spiega nel ricordare le ragioni della lettera aperta che, assieme ad altri 75 colleghi ha voluto mandare ai parenti delle vittime) – mentre specialmente in Liguria ci capita di intervenire in disastri annunciati e dovuti all’abbandono delle infrastrutture e del territorio”. Per questo per molti genovesi quella di oggi non è solo una giornata di ricordo per le vittime della strage autostradale di due anni fa, ma anche un’occasione per ricordare i danni che può fare la mancanza di cura, prevenzione e manutenzione di un territorio fragile e minacciato dal dissesto idrogeologico e dalle condizioni precarie delle infrastrutture

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