Israele ha accettato di sospendere i contestati piani unilaterali di annessione di parti della Cisgiordania, nel quadro di un accordo con gli Emirati Arabi Uniti, raggiunto oggi con la mediazione degli Usa. La rinuncia all’annessione si inserisce in un più ampio piano di normalizzazione dei rapporti tra i due paesi. Nella conferenza stampa seguita all’intesa Benjamin Netanyau ha però precisato che lo stop alle annessioni è temporaneo e che Israele non rinuncerà alle “sue terre”. “Si tratta di un’enorme svolta, uno storico accordo di pace tra due paesi grandi amici degli Usa”, ha twittato il presidente statunitense Donald Trump aggiungendo, parlando ai giornalisti, che si tratta di un passo significativo verso la pace in Medio Oriente. “Ora che il ghiaccio è stato rotto, ha aggiunto Trump, mi aspetto che altri paesi arabi e musulmani seguiranno l’esempio degli Emirati Arabi Uniti”. L’Autorità nazionale palestinese, intanto, ha richiamato il suo ambasciatore ad Abu Dhabi in segno di protesta.

Hamas e la Jihad islamica hanno attaccato l’intesa. Ogni “normalizzazione” con Israele è “un tradimento” ha detto Hamas riportata dal sito, vicino all’organizzazione, Al Quds. “Israele – ha dichiarato il portavoce Fawzi Bahoum- viene premiata per i suoi crimini contro i palestinesi”. Anche la Jihad islamica, citata dai media, ha detto che la “normalizzazione è una sottomissione e non cambia i fatti del conflitto”.

L’accordo non fissa per ora una data precisa per il temporaneo stop delle operazioni israeliane in Cisgiordania. L’area è stata sottratta da Israele al controllo giordano nella guerra dei sei giorni del 1967. Dopo gli accordi di Oslo del 1993 l’area è stata divisa in zone sotto il controllo palestinese e altre Il piano israeliano avviato all’inizio dello scorso luglio prevedeva l’annessione in modo permanente del 30% dei territori cisgiordani e aveva suscitato una dura opposizione da parte palestinese.

Funzionari israeliani e degli Emirati Arabi Uniti e si incontreranno “nelle prossime settimane” per firmare accordi bilaterali. “Questa storica svolta diplomatica promuoverà la pace nella regione del Medio Oriente ed è una testimonianza dell’audace diplomazia e visione dei tre leader e del coraggio degli Emirati Arabi Uniti e di Israele nel tracciare un nuovo percorso che sbloccherà un grande potenziale nella regione”, si legge nella la dichiarazione congiunta. In futuro verranno istituite missioni diplomatiche nei due paesi.

Sinora Israele e gli Emirati Arabi Uniti non hanno mai avuto relazioni ufficiali ma l’accordo odierno è stato preceduto da diversi segnali di distensione. Gli Emirati Arabi Uniti hanno ospitato atleti e funzionari israeliani in occasione di conferenze internazionali. Israele parteciperà all’Expo 2020, rimandato di un anno e ha aperto un ufficio presso l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili ad Abu Dhabi. Altre nazioni del Golfo, tra cui Qatar e Oman, hanno relazioni con Israele, ma gli unici stati arabi con piene relazioni diplomatiche sono la Giordania e l’Egitto dopo gli accordi di pace del 1993 e 1979.

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