Com’è la qualità della vita in Italia oggi dal punto di vista dei servizi digitali di cui possiamo usufruire? Qual è il livello delle infrastrutture a banda larga, della cybersicurezza, dei servizi internet erogati ad esempio dagli enti pubblici? A queste domande tenta di rispondere il Digital Quality of Life Index, un report stilato da SurfShark, azienda che si occupa di VPN (reti private virtuali), prendendo in considerazione i parametri degli 85 Paesi più avanzati al mondo. E la risposta non è del tutto positiva: l’Italia infatti si posiziona al numero 20 della classifica, non agli ultimi posti dunque, ma anche ben lontani da qualsiasi top 5 o anche top 10.

Fino a oggi il tema della Qualità Della Vita Digitale era stato preso in considerazione solo sporadicamente, ma, con l’emergenza legata al COVID-19, ha assunto un rilievo decisamente importante. Banalmente: se in questo momento storico particolarissimo uno non dispone di una connessione Internet a banda larga, rischia addirittura di venire licenziato e di non poter accedere a numerosi servizi pubblici, a quelli comunali o a quelli sanitari, visto che ormai molte pratiche si sbrigano soltanto online.

Per stilare la classifica gli esperti di Surfshark hanno considerato i seguenti aspetti della vita digitale:

  • sostenibilità economica dei servizi Internet (essenzialmente quanto costano e quanto in fretta si può chiudere un contratto per una connessione domestica e una mobile);
  • qualità dei servizi Internet (velocità e stabilità dei servizi mobili e domestici);
  • infrastrutture (numero di cittadini connessi per 100 abitanti e livello di avanzamento nell’agenda digitale);
  • sicurezza elettronica (data dalle misure messe in atto dal paese per contrastare attacchi informatici e dalle sue leggi a tutela della privacy del cittadino);
  • livello di informatizzazione dello stato (servizi disponibili al cittadino online e gestione degli stessi via Intelligenza Artificiale)

Nella risultante classifica complessiva il nostro Paese si piazza come detto al 20esimo posto. Non male, se pensiamo che abbiamo dietro altre 65 nazioni, ma decisamente meno bene se prendiamo invece in considerazione il fatto che l’anno scorso figuravamo al nono posto (anche se i criteri su cui era basato il report erano leggermente differenti) e che tra i Paesi più importanti dell’Unione Europea Danimarca, Svezia, Francia, Norvegia, Olanda, Regno Unito, Polonia, Estonia, Finlandia, Austria, Svizzera e Spagna ci precedono tutte.

Detto questo, l’Italia fa registrare il suo risultato migliore con l’11esimo posto nella sostenibilità economica dei servizi Internet (davanti a Regno Unito, Giappone, Svizzera, Germania, Olanda, Norvegia e tanti altri, ma anche dietro a Israele, Francia, Svezia, Canada e anche nazioni come Polonia, Iran e India). Il secondo miglior risultato invece è il 12esimo posto nel livello di sicurezza elettronica garantito al cittadino.

Altro buon risultato è poi senz’altro il 14esimo posto al livello di informatizzazione dello Stato, mentre il risultato peggiore è il 54esimo posto nel livello delle infrastrutture elettroniche. Anche per quanto riguarda il secondo peggior risultato non ci sono grandi sorprese: la qualità delle connessioni infatti ci pone al 41esimo posto.

Quindi come si vive nell’Italia digitale nel 2020? Per il momento ancora discretamente, verrebbe da dire, ma ci sono ampi margini di miglioramento. Un po’ come in tutti gli altri campi, si potrebbe aggiungere.

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