Per la Commissione europea Apple aveva un accordo fiscale illegale con le autorità irlandesi, motivo per cui avrebbe dovuto pagare 13 miliardi di euro di imposte arretrate. Ma la decisione di Bruxelles è stata ribaltata dal Tribunale dell’Unione europea, che si è pronunciato a favore del colosso americano, che non dovrà versare la cifra stabilita da Bruxelles. Il Tribunale dell’Unione europea ha annullato la decisione delle Commissione Ue sui “tax ruling” irlandesi a favore di Apple “perché la Commissione non è riuscita a dimostrare in modo giuridicamente adeguato l’esistenza di un vantaggio anticoncorrenziale ai sensi dell’Articolo 107″, si legge nella sentenza.

Secondo il Tribunale, “la Commissione ha sbagliato a dichiarare che la Apple ha avuto un vantaggio selettivo e quindi, per estensione, un aiuto di Stato”. Bruxelles “ha concluso erroneamente” che le autorità fiscali irlandesi “hanno dato ad Apple un vantaggio selettivo” avendo consentito loro di non imputare alle loro filiali irlandesi i redditi ottenuti dalle vendite fuori dall’America. Per il Tribunale “la Commissione avrebbe dovuto dimostrare che il reddito rappresentava il valore delle attività realmente portate avanti dalle filiali irlandesi”. Inoltre “la Commissione non è riuscita a dimostrare errori metodologici nel tax ruling contestato che avrebbe portato ad una riduzione dei profitti di Apple in Irlanda“. “Nonostante il Tribunale si rammarichi della natura incompleta e talvolta inconsistente del tax ruling contestato, i difetti individuati dalla Commissione non sono, da soli, sufficienti a provare l’esistenza di un vantaggio”, scrive il Tribunale.

“State sicuri che una singola sentenza non scoraggerà il nostro impegno” sulla questione, è stato il commento del commissario Ue Paolo Gentiloni. “Per l’Unione europea e per gli Stati membri coinvolti – perché hanno già introdotto una tassa sui servizi digitali o stanno pensando – la necessità di avere una soluzione globale o europea è evidente. Perché non si può avere 5,6,9 tassazioni digitali diverse in Europa. Il primo impegno è quello di portare avanti gli sforzi per arrivare a una soluzione globale“, ha spiegato Gentiloni. “L’amministrazione Usa – continua – ci ha indicato che al momento non è facile – per colpa del Covid e delle altre priorità – però al G20 gli Stati membri e la Commissione confermeranno che vogliamo cercare di trovare una soluzione entro l’anno. Se non sarà possibile avanzeremo una risposta europea“. Per il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis il pericolo è che i “benefici ad alcune aziende potrebbero essere un aiuto di Stato legale. La Corte ha confermato questa conclusione della Commissione riportata anche in altri casi. Analizzeremo attentamente la sentenza e rifletteremo sui prossimi passi“.

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