Le prime tre banche statunitensi si preparano all’impatto della tempesta Covid che colpirà appieno il mondo del credito con un certo ritardo rispetto all’economia reale. Con fabbriche che chiudono o lavorano meno e un numero più alto di disoccupati aumentano i rischi di mancati pagamenti di rate e rimborsi di mutui e prestiti. Nel secondo trimestre dell’anno i principali gruppi hanno così messo da parte denaro per far fronte alle probabili future perdite. Hanno inoltre attuato scelte prudenziali sui dividendi da pagare agli azionisti, ridotti. Si gioca in difesa insomma.
Più nel dettaglio JP Morgan ha chiuso il trimestre aprile – giugno con un calo dei profitti del 51% rispetto all’anno prima, l’utile sfiora comunque i 4,7 miliardi di dollari ed è superiore alle attese degli analisti. I ricavi sono invece saliti del 15% a 33 miliardi. I guadagni scendono perché la banca ha deciso di mettere in cascina 10,4 miliardi di dollari per far fronte alle difficoltà dei mesi a venire. La banca segnala infatti “l’alto livello di incertezza” per i mesi a venire nonostante dagli indicatori economici inizino ad arrivare anche segnali positivi.
Più consistente (- 73%) la flessione dei profitti di Citigroup che si sono fermati a 1,3 miliardi di dollari. SI tratta del livello di utili più basso degli ultimi sei anni. Il peggioramento dei dati è dovuto ai quasi 8 miliardi tra svalutazioni e accantonati in vista degli effetti della crisi. I ricavi sono comunque in aumento a 19,8 miliardi.
Wells Fargo registra invece una perdita per la prima volta dal terribile 2008. La banca chiude il secondo trimestre con un rosso di 2,4 miliardi, peggio delle attese degli analisti. Gli accantonamenti per perdite sui crediti sono risultati pari a 9,5 miliardi di dollari. LA banca ha deciso il taglio del dividendo da 55 a 10 centesimi per azione. La banca ha annunciato nei giorni scorsi un piano di licenziamenti che potrebbe coinvolgere migliaia di dipendenti.