In Italia la situazione epidemiologica “è complessivamente positiva” ma rimangono ancora “piccoli segnali di allerta relativi alla trasmissione”. Così il report settimanale del monitoraggio del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità descrive la situazione sanitaria relativa alla seconda metà di giugno. E avvertono: al momento i dati “confermano l’opportunità di mantenere le misure di prevenzione” e insistere con la strategia di tracciamento e isolamento dei casi, per “realizzare la ricerca attiva ed accertamento diagnostico di potenziali casi, l’isolamento dei casi confermati, la quarantena dei loro contatti stretti”.

L’analisi si riferisce ai dati raccolti nel periodo tra il 22 e il 28 giugno, successivo alla terza fase di riapertura. Nel rapporto di sottolinea che, sebbene il lockdown in Italia abbia permesso un controllo efficace dell’epidemia, persiste” una trasmissione diffusa del virus” che può far scoppiare focolai anche di dimensioni rilevanti. Da qui il richiamo a mantenere “alta l’attenzione“. Sono tre le Regioni italiane dove, nella settimana presa in esame, si è registrato un Rt superiore a 1: Lazio (1.04), Veneto (1.12) ed Emilia Romagna (1.28). Al di sotto della soglia di guardia la Lombardia (quota 0,89) mentre la Valle d’Aosta invece vanta un Rt pari a 0.

Nell’ultima settimana i casi totali nel nostro Paese sono leggermente diminuiti ma “continua la circolazione virale – spiega Gianni Rezza direttore generale della prevenzione del Ministero della Salute – tanto è vero che gli Rt tendono ad aumentare o a diminuire a seconda di dove si formano i focolai. E in alcune Regioni in numero dei focolai è ancora abbastanza rilevante“. Secondo Rezza quindi è necessario continuare ad avere comportamenti prudenti: mascherine nei luoghi pubblici e distanziamento sociale.

Articolo Precedente

Coronavirus, assessore Sanità Lazio: “Mettere in quarantena i bangladesi che arrivano a Fiumicino o rischiamo epidemia di ritorno”

next