Un faccia a faccia con molti temi sul tavolo, compreso anche un confronto sulla riforma della governance nell’ambito del quale si sarebbe discussa anche l’ipotesi di ampliare la durata del mandato. Così l’incontro tra Giuseppe Conte e l’amministratore delegato della Rai Fabrizio Salini provoca la reazione di pezzi del Pd e di Italia Viva. Il premier e l’ad di viale Mazzini si sono visti venerdì per discutere innanzitutto delle risorse derivanti dal canone “per assolvere al meglio la funzione di servizio pubblico e il sostegno all’industria dell’audiovisvo”.

Non solo: sul tavolo c’è anche la promozione a breve un incontro pubblico con tutti i soggetti dell’industria, tra cui broadcaster, produttori, artisti, lavoratori, giornalisti, per il rilancio del settore. Ma soprattutto l’incontro, secondo le ricostruzioni, sarebbe stato anche l’occasione per avviare un confronto sulla riforma della governance nell’ambito del quale si è discussa l’ipotesi di ampliare la durata del mandato.

Un punto, quest’ultimo, sul quale il Partito Democratico ha tirato il freno a mano: “Forse si tratta solo di un malinteso, ma leggiamo di un incontro fra il premier Conte e l’ad della Rai, Salini, in cui si sarebbe parlato anche di un possibile prolungamento della governance e quindi dell’incarico allo stesso Salini. Come il premier Conte sa bene, il Pd giudica altamente fallimentare la gestione di Salini, sia in termini economici ma soprattutto di garanzie sul pluralismo”, dice Michele Bordo, vicepresidente del gruppo Pd alla Camera. La Rai, continua il deputato dem, “è tutt’ora a trazione sovranista” e “ribadiamo che il Pd non vede l’ora che l’ad termini il suo incarico per far uscire l’azienda dalla palude di questi mesi”.

Di “episodio gravissimo” parla invece Michele Anzaldi, deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai, perché “lede le prerogative del Parlamento: i presidenti Fico, Casellati e Barachini dovrebbero subito intervenire”. “Se un episodio del genere fosse successo con Berlusconi, sarebbe successo il finimondo”, scrive su Facebook perché una riforma della governance “è una competenza del Parlamento, che ha l’obbligo e il dovere di tutelare il pluralismo dell’informazione”.

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