Fabio Filomeni, tenente colonnello dei corpi speciali dell’Esercito ora in pensione, è l’uomo chiave della vicenda denunciata dal generale Roberto Vannacci dopo il suo periodo di comando della missione italiana in Iraq tra il settembre 2017 e l’agosto 2018. Nominato datore di lavoro, quindi responsabile della tutela della salute del contingente, il generale ha riferito ai magistrati ordinari e militari di Roma che non gli è stato possibile valutare i rischi connessi all’uranio impoverito e agli altri agenti inquinanti presenti nel teatro iracheno. Filomeni era il Responsabile della prevenzione e della protezione (Rspp).

L’Osservatorio militare conta oltre 7600 malati e 375 morti di patologie che si ritengono collegate all’uso dell’uranio impoverito tra i militari italiani che hanno operato all’estero dagli anni Novanta a oggi. La Difesa ha già subito oltre 150 condanne a pagare risarcimenti e indennità ma tuttora resiste a tutte le istanze dei militari e dei loro familiari

di Alessandro Mantovani e Alberto Sofia

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