PREMESSA – Per dirla con un analista dell’Antiterrorismo, “c’è un universo di assenze sul territorio e forti presenze sul web“. Internet è diventato il mezzo di maggiore diffusione dei messaggi di odio: antisemitismo, razzismo e discriminazione religiosa sono gli oggetti principali. Desta particolare preoccupazione la diffusione sul web di proclami di gruppi e individui appartenenti alla destra identitaria-suprematista che propugnano l’uso della violenza per difendere la purezza della razza. Non mancano messaggi inneggianti al fascismo e al nazismo, spesso raccolti anche da giovani e adolescenti. Gli investigatori hanno intercettato (e stanno intercettando) alcune chat che fanno riferimento a certi gruppi, anche se ristretti, dai contenuti eversivi.

EVENTI RICONDUCIBILI A SUPREMATISTI NEL 2019 – Nuova Zelanda, 14 marzo 2019. Attentato a Christchurch. Uccisione di 50 fedeli nelle moschee di Masjid al Noor e Linwood da parte del cittadino australiano, Brenton Harrison Tarrant. Tarrant, di origini britanniche, era precedentemente sconosciuto sia alla polizia australiana che a quella neozelandese. Ha eseguito l’attacco in piena autonomia.

Tra il materiale sequestrato a Tarrant è di particolare interesse la copertina di un documento di 70 pagine che presenta l’immagine esoterica di matrice nazista “del sole nero a 12 raggi simboleggianti altrettante svastiche”, racchiuso in un cerchio suddiviso in otto quadranti che anticipano i contenuti del testo. Il simbolo del “sole nero”, ripreso dai gruppi neonazisti, è utilizzato dal Battaglione filo nazionalista ucraino “Azov”, da gruppi suprematisti americani e, in Italia, dalla Comunità militante dodici raggi (Do.Ra.).

Non si può escludere il rischio di azioni emulative. Tarrant ha filmato e diffuso sul web le varie fasi della strage. Ha pubblicato sui social lo scritto di oltre 70 pagine The Great Replacement (la grande sostituzione) che si ispira al teorico di estrema destra francese Renaud Camus e nel quale spiega le motivazioni della sua azione, ritenuta necessaria in quanto “unico strumento utile per fronteggiare l’invasione islamica in atto”.

ALLARME ITALIA – In Italia sono decenni che non si segnalano attentati rivendicati dall’estrema destra. Ma in questi anni si sono registrati episodi individuali che hanno provocato anche la morte delle vittime. A Firenze, il 13 dicembre del 2011, Gianluca Casseri, un militante di CasaPound, uccise tra la folla due cittadini senegalesi e ne ferì altri tre prima di suicidarsi. Una strage senza motivazioni.

A Macerata, invece, Luca Traini il 3 febbraio del 2018 spara con una pistola contro “target” neri in diversi punti della città. Ne ferisce sei.
Azione ritorsiva la sua, in risposta all’efferato omicidio di una ragazza, Pamela Mastropietro, che, dopo essere stata uccisa, fu sezionata e rinchiusa in un trolley. Dopo la spedizione ritorsiva, Traini – condannato a 16 anni di carcere in primo e secondo grado – si è presentato davanti al monumento dei caduti con una bandiera italiana intorno al collo, facendo il saluto romano e gridando “viva l’Italia” prima di consegnarsi alle forze di polizia. Il suo nome è stato impresso su uno dei caricatori delle armi usate da Tarrant e viene citato nel documento di settanta pagine redatto dallo stesso attentatore australiano.

Tarrant, Casseri e Traini hanno agito in piena autonomia. Lupi solitari, in comune hanno un’ideologia di destra radicale, permeati da fanatismo estremo.

Caso più eclatante è quello di Anders Breivik, autore della strage di Oslo e di Utoya, Norvegia, dove il 22 luglio del 2011 uccise 77 persone, per la maggior parte ragazzi che partecipavano a un campo estivo del Partito socialista. Tarrant ha ammesso di essersi ispirato proprio alle gesta di Breivik.

CRONOLOGIA 2019 – 27 aprile. Poway, California. John Timoty Earnest, 19 anni, munito di fucile, ha aperto il fuoco contro i visitatori del “Giroly Garlic Festival”, uccidendo tre persone. Sul suo account Instagram sono stati ritrovati testi sul suprematismo bianco.

3 agosto, El Paso, Texas. Patrick Crusius, 21 anni, ha aperto il fuoco sui clienti di un centro commerciale uccidendo 22 persone e ferendone 24. Sul web aveva postato un manifesto suprematista di elogio a Tarrant.

10 agosto Bareum, Norvegia, Philip MansHaus, 22 anni, dopo essersi introdotto in un centro islamico ha esploso alcuni colpi di arma da fuoco ma è stato subito bloccato dai presenti.

9 ottobre. Halle, Germania, Stephan Balliet uccide due persone nei pressi della locale sinagoga. Balliet è noto alle forze di polizia tedesca come estremista neonazista negazionista. Munito di telecamera, ha commentato la sua azione sulla piattaforma Twitch Tv. Ha inoltre diffuso in rete alcuni documenti nei quali esterna le proprie convinzioni ideologiche.

TORINO – Il 9 luglio scorso la Digos di Torino, indagando su un sospetto traffico di armamenti da guerra, ha eseguito diverse perquisizioni nelle abitazioni di 11 militanti di Forza Nuova, dell’associazione Legio Subalpina e del gruppo Rebel Firm di Ivrea.
Sono stati sequestrati edizioni del Mein Kampf, un volume di canti fascisti, il calendario del 2016 con la foto di Adolf Hitler. E poi una bandiera con la svastica, elmetti, manganelli e coltelli e riproduzioni di pistole e armi da softair.

Tra il materiale recuperato anche vestiti, stendardi, caschi riconducibili a gruppi ultras della Juventus: come Drughi Giovinezza e Tradizione Antichi Valori, vicini all’area di estrema destra. Questo durante una perquisizione nell’abitazione di un esponente di Forza Nuova candidato e non eletto al Senato nel 2001 che ha promosso un movimento che ha tra i suoi obiettivi la liberalizzazione della vendita di armi. Durante la perquisizione, il soggetto è stato arrestato per detenzione illegale di armi da guerra e parti di esse, nonché detenzione illegale di armi comuni da sparo uso caccia nonché parti di esse.

Nella stessa giornata la perquisizione è stata estesa a un capannone, sito nel comune di Rivanazzano Terme (PV), nella disponibilità di una società impegnata nel campo sella “riparazione e manutenzione di aeromobili”, al cui interno è stato rinvenuto e sequestrato, imballato nel proprio contenitore logistico, un missile aria-aria tipo Matra Mp Em F20 S530.

Il prosieguo dell’attività investigativa ha consentito di individuare, nel corso della stessa notte, il consigliere e il rappresentante della menzionata ditta che sono stati fermati e poi arrestati per detenzione e messa in commercio di armi da guerra. Ulteriori sequestri di armi da guerra illegalmente detenute sono stati eseguiti nella mattinata del 19 luglio presso alcuni immobili nella disponibilità degli indagati a Massa Carrara. Tra i fermati poi arrestati c’è anche un militante di Legio Subalpina, Carlo Fabio D’Allio, 28 anni, trovato in possesso di munizionamento da guerra.

SIENA 12 NOVEMBRE 2019 – La Direzione centrale della Polizia di Prevenzione con le Digos di Firenze e Siena hanno eseguito dodici perquisizioni nelle abitazioni di altrettanti indagati per “detenzione e porto abusivo di armi, munizioni ed esplosivi, aggravati dalla finalità eversiva. L’indagine nasce a Firenze quando viene intercettata una chat su WhatsApp che diffonde messaggi e contenuti di matrice xenofoba e antisemita. Uno degli indagati dichiarava esplicitamente la necessità di creare “una struttura qualificata pronta per ogni evenienza. Una Guardia Nazionale Repubblicana” in grado di farsi da sé “giustizia sommaria senza chiamare le forze dell’ordine”.

Nel corso delle perquisizioni è stato rinvenuto e sequestrato numeroso materiale d’area, supporti informatici, cimeli bellici nazi-fascisti della Seconda Guerra Mondiale nonché le armi e i munizionamenti legittimamente detenuti dagli indagati. All’esito delle perquisizioni però due indagati, padre e figlio, sono stati arrestati per detenzione illegale di materiale esplosivo, 530 grammi di tritolo prelevato dalle cariche esplosive di residuati bellici trovati nelle campagna e 760 grammi di polvere da sparo e 8 ordigni della Seconda Guerra Mondiale, un tornio idoneo a modificare parti di arma per creare “silenziatori”, apparecchiature scanner in grado di intercettare le comunicazioni radio delle forze di polizia.

L’inchiesta nasce dopo l’attività di monitoraggio della Digos su un profilo Facebook dove venivano inviati messaggi potenzialmente riconducibili a soggetti legati all’estremismo di destra. E questo profilo Facebook porta ad Andrea Chesi, residente in provincia di Siena che sarà poi arrestati con il figlio Yuri.

L’attenzione degli investigatori si è concentrata su alcune foto di un uomo in divisa mimetica, verosimilmente in uso all’esercito tedesco nella II Guerra Mondiale, con le mostrine delle “SS”, in sella a un side-car militare, che nella parte frontale riportava un visibile carattere runico denominato Wolfangel (gancio del lupo), oltre a un adesivo posizionato sul parafango anteriore della motocicletta, raffigurante il noto “Sole Nero”.

A parte le armi regolarmente denunciate, Andrea Chesi avrebbe ripristinato un tornio acquistato con l’intenzione di realizzare silenziatori per le sue armi e “per mezza Siena”, senza mai celare una sua “ipotetica” disponibilità ad usare quelle armi qualora se ne creasse l’esigenza: “Se devo tirare una pistolettata non mi faccio problemi, la destra estrema è una filosofia di vita“. Nei dialoghi intercettati, Chiesi racconta di essere bravo a recuperare l’esplosivo e la polvere da sparo da residuati bellici trovati nelle campagne.

Nelle telefonate con altri camerati (Marco Alessandro De Caprio e Ercolano Cardinali) si parla di creare un gruppo ristretto pronto all’azione, una struttura qualificata pronta ad ogni evenienza che Chesi ha denominato “Ritorneremo”. “Persone con le palle che non stanno dietro ai discorsi, che non vanno caricate come stufe ma gli va tenuta la corda corta”, persone pronte “a coprirgli le spalle”, “a passargli un caricatore se ce ne fosse bisogno”.

Andrea Chesi spesso invoca la necessità di ricostituire una Guardia Nazionale Repubblicana coadiuvata da una guardia di quartiere per cercare di mantenere la sicurezza, ognuno nel proprio ambito. Il modus operandi dovrebbe essere quello di agire in presenza di reati e fare giustizia.

In un’altra conversazione, Chesi dice al suo interlocutore che i loro nipoti dovranno combattere con le armi il pericolo dell’Islam che avanza e che arrivati a questo punto non importa se uno è di destra o di sinistra, ciò che conta è difendere l’Italia e gli italiani. Chesi dice che anche se i comunisti non condividono la loro morale, il dialogo li può salvare, ma con gli islamici non c’è possibilità di alcun dialogo. Poi con il suo interlocutore Chesi sostiene che gli islamici non si sono evoluti e che hanno una componente satanica, una componente non astratta del diavolo. Parlano delle profezie di Nostradamus, del periodo del papa nero che nero non è nel senso lato ma che è l’antipapa che si è già insediato in Vaticano con Papa Francesco. L’interlocutore di Chesi dice che è l’incarnazione di un demone assiro babilonese chiamato Baal.

Lui lo scrive su Facebook e l’hanno bloccato un sacco di volte: Chesi dice che lui è bloccato da 150 giorni. Nelle carte degli inquirenti ci sono anche i dialoghi degli indagati nei quali si progetta un attentato dinamitardo contro la moschea di Val d’Elsa. Progetto poi accantonato per le pressioni della Digos nei confronti di Chesi.

OMBRE NERE DI ENNA – Il 28 novembre del 2019, dopo due anni di indagini, la Digos di Enna in collaborazione con diversi uffici investigativi della Sicilia, Lombardia, Liguria, Toscana, Piemonte, Veneto e Sardegna ha dato il via a una ventina di perquisizioni nei confronti di estremisti di destra indagati per costituzione e partecipazione ad associazione eversiva e istigazione a delinquere. Le indagini sono coordinate dalla Procura di Caltanissetta e dalla Direzione Centrale Polizia di Prevenzione per il contrasto dell’estremismo e del terrorismo interno.

L’operazione ha consentito di svelare l’esistenza di “una vasta e frastagliata galassia di soggetti, residenti in diverse località, accomunati dal medesimo fanatismo ideologico ed intenzionati a costituire un movimento di ispirazione apertamente filonazista, xenofoba e antisemita denominato Partito Nazionalsocialista dei lavoratori.

Dalle indagini è emerso che gli accusati – alcuni dei quali hanno in più occasioni fatto riferimento ad un’asserita disponibilità di armi ed esplosivi – oltre ad aver definito la struttura interna e territoriale del movimento, creato il simbolo e redatto il programma – dichiaratamente antisemita e negazionista -, hanno condotto attività di reclutamento e proselitismo pubblicando contenuti del medesimo tenore sui propri account social anche nell’ambito di una chat chiusa denominata “Militia”, finalizzata all’addestramento dei militanti.

Significativo il coinvolgimento – in qualità di addestratore- di Pasquale Nocera, ex “legionario” ed esponente della ‘ndrangheta, ex collaboratore di giustizia ed ex referente di Forza Nuova per il ponente ligure. Questo gruppo eversivo ha cercato di accreditarsi anche all’estero nei confronti di circuiti e organizzazioni di rilievo come Aryan white machine-C18 (L’acronimo C18, abbreviativo di Combat18, i cui numeri 1 e 8 indicano la prima e l’ottava lettera dell’alfabeto, A e H, significa i Combattenti di Adolf Hitler) – espressione del circuito Blood&Honour inglese – e del partito d’estrema destra lusitano Nova Orden Social.

Tale percorso ha trovato concreta realizzazione in occasione della “Conferenza Nazionalista” svoltasi lo scorso 10 agosto a Lisbona con l’obiettivo di creare un’alleanza transnazionale tra i movimenti di ispirazione “nazionalsocialista” di Portogallo, Italia, Francia e Spagna. Nella circostanza, una indagata italiana è intervenuta in qualità di relatrice, distinguendosi per l’accesa retorica antisemita del proprio intervento.

Gli indagati, secondo quanto emerso dalle indagini, hanno espresso un elevato grado di fanatismo violento, intriso di xenofobia e nostalgie filonaziste, e diverse volte fanno riferimento a non meglio precisate progettualità di eversione dell’ordine democratico: “A ottobre inizieranno gli addestramenti della milizia nazionalsocialista. Sforneremo soldati pronti a tutto”, “vi sta spronando per farvi diventare macchine da guerra. Solo allora possiamo andare contro tutto e tutti”.

I militanti venivano selezionati e testati ideologicamente da alcuni reclutatori tramite un profilo Facebook fittizio avente lo scopo di accreditarsi su profili ritenuti interessanti per passare in un secondo momento a contatti telefonici finalizzati a profilare ideologicamente l’interlocutore ed eventualmente coinvolgerlo.

Uno degli indagati spiega il suo obiettivo politico esaltando il vantaggio strategico di una organizzazione sostanzialmente clandestina – avviata due anni prima sotto il motto “Invisibili Silenziosi e Letali” – in grado di: “Formarsi militarmente, avere maggior sicurezza uno dell’altro, potersi muovere lontano da occhi indiscreti, essere veramente di supporto operativo o anche solamente politico alla bisogna, avere dalla nostra l’effetto sorpresa, avere la conoscenza del territorio, quindi colpire e ritirarsi sui monti“.

Tra di loro, gli indagati spesso parlano della necessità di azioni violente, ricordando che possono attivare un canale che procura per 150 euro un Kalashnikov. Un indagato suggerisce di far lanciare a un marocchino una molotov contro una sede dell’Anpi a Milano o Genova, per depistare. Un altro si spinge a dire di essere pronto, se necessario, a spezzare una carotide con una corda che porta con sé in auto. Sono feroci antisemiti, gli indagati: “Ammiro Hitler perché li bruciava tutti. Sono razzista, fascista e sono felicemente omofobo“, dichiarando apertamente “guerra gli ebrei, fulcro di ogni problema”.

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