Mentre in Italia Calciopoli sta riscrivendo un pezzo di storia della Serie A, in Germania l’Italia torna in una semifinale mondiale dopo dodici anni. Ad attendere gli azzurri non c’è soltanto una delle squadre favorite per il titolo, ma c’è un’intera nazione. Si gioca a Dortmund, lo stadio più caldo di Germania. Qui i tedeschi non hanno mai perso. Sugli spalti ci sono sessantacinquemila persone in maglia bianca. L’inizio è equilibrato. Le occasioni per Perrotta e Schneider non sbloccano il risultato. Si va al riposo sullo zero a zero. I primi minuti della ripresa sono tutti di marca tedesca. Klose e Podolski hanno la palla buona ma Buffon respinge. L’Italia risponde ancora con Perrotta ma Lehmann è provvidenziale nell’uscita. Come trentasei anni prima Germania-Italia va ai tempi supplementari. E come allora, le emozioni più grandi devono ancora arrivare.

Gilardino se ne va di forza sulla destra, rientra sul sinistro e calcia. La palla supera Lehmann, colpisce il palo interno ma non entra. Passa meno di un minuto e Zambrotta si ritrova la palla sul destro. Il suo tiro in corsa colpisce la parte alta della traversa e termina fuori. È in questo momento che Lippi scommette tutto su una difesa in assoluto stato di grazia. Fuori Perrotta e dentro Del Piero. Con Iaquinta, entrato al posto di Camoranesi a inizio supplementari, gli azzurri si schierano con un 4-2-4. La partita diventa bellissima, con continui capovolgimenti di fronte. In uno di questi la palla arriva a Podolski. Il suo tiro mancino viene però alzato da Buffon con un grande riflesso. Siamo al 113esimo e i rigori sembrano inevitabile. Del Piero va dalla bandierina. Il suo calcio d’angolo viene respinto malamente dalla difesa tedesca e finisce sui piedi di Pirlo. Il regista cerca un pertugio per calciare in porta, invece trova un piccolo corridoio per Fabio Grosso. Il terzino calcia di sinistro di prima intenzione, trovando l’angolino dove Lehmann non può arrivare. L’Italia è a due minuti dalla finale. Ma non è ancora finita. Passano sessanta secondi e Cannavaro trascina fuori dalla metà campo azzurra uno degli ultimi tentativi della Germania, avviando un contropiede. La sfera arriva a Gilardino che si invola verso la porta. Potrebbe calciare, ma vede arrivare alle sue spalle Del Piero, scattato settanta metri più indietro. Sei anni prima, dalla stessa posizione, lo juventino aveva fallito due match point nella finale europea persa contro la Francia. Stavolta però la storia va diversamente. Interno destro e palla sotto l’incrocio. È finita. Cinque giorni dopo l’Italia festeggerà il suo quarto titolo mondiale. La Germania dovrà aspettare ancora otto anni per il titolo.

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