“Serve un piano strategico nazionale sull’infanzia e sull’adolescenza”. A chiederlo a gran voce al presidente del Consiglio Giuseppe Conte sono nove reti di organizzazioni impegnate nel campo dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che comprendono centinaia di realtà del terzo settore, dell’associazionismo civile, professionale e del sindacato. La critica al governo è di aver lasciato la scuola ai margini, ma il messaggio, presentato nel corso di una conferenza online, è anche propositivo e avanza cinque proposte concrete, cinque passi ritenuti necessari per contrastare la povertà educativa e promuovere i diritti dei bambini.

Le reti propongono l’attivazione, a partire dai territori più svantaggiati, dei poli educativi 0-6 anni, sotto il coordinamento del ministero dell’Istruzione, con garanzia di accesso gratuito per le famiglie in difficoltà economica. Poi la costruzione di patti educativi territoriali per coordinare l’offerta educativa curriculare con quella extracurriculare, mantenendo le scuole aperte tutto il giorno, coordinati e promossi dagli enti locali, in collaborazione con le scuole e il civismo attivo. E ancora, la possibilità di raggiungere i più colpiti dal black out educativo a partire dall’estate, con un’offerta educativa personalizzata, da proseguire alla ripresa delle scuole, con un’attenzione speciale al benessere psicologico, alle necessità degli alunni disabili e agli adolescenti usciti dal circuito scolastico. Tutte proposte che verranno presentate al premier Conte.

Nella lettera, in cui le associazioni chiedono di essere ricevute a Palazzo Chigi, non vengono comunque risparmiate critiche al governo: “Dobbiamo constatare che la scuola (a partire dai nidi e scuole per l’infanzia) e i diritti educativi dei bambini (fin dalla più tenera età), dei ragazzi e adolescenti continuano a rimanere marginali nell’agenda della politica e nel complesso degli investimenti messi in campo. Ne sono testimonianza, tra l’altro, il quadro confuso con cui si sono avviate le attività estive, l’assenza di iniziative forti per il recupero educativo nei mesi estivi, l’incertezza che continua a circondare l’inizio dell’anno scolastico a settembre”.

“Ho chiuso l’incontro di oggi – spiega Andrea Moriniroli, del Forum Disuguaglianze e Diversità – dicendo che i nostri saperi sono importanti perché sono competenti e lungimiranti. Il governo deve cogliere questa occasione. Si è riaperto tutto a parte la scuola, anche in questi Stati generali è passata in secondo piano l’istruzione”. “È il momento che la politica ascolti chi sta sul territorio. Una componente di questo governo ha sempre parlato dell’importanza della partecipazione: siamo qua”, afferma Moriniroli.

Il mondo dell’associazionismo chiede l’allocazione del 15% del totale degli investimenti per il superamento della crisi in educazione per dotare le scuole delle risorse necessarie, migliorare la qualità dell’istruzione rendendola più equa e incisiva, contrastare la povertà educativa e la dispersione. Infine, per la definizione di un piano strategico nazionale sull’infanzia e sull’adolescenza, con obiettivi chiari e sistemi di monitoraggio, per promuovere il rilancio diffuso delle infrastrutture sociali ed educative.

La lettera è stata firmata da Emmanuele Pavolini, Alessandro Rosina, Chiara Saraceno (Alleanza per l’infanzia), Angelo Moretti, Angelo Righetti, Matteo Truffelli (Appello della società civile per la ricostruzione di unwelfare a misura di tutte le persone e dei territori); Enrico Giovannini, Pierluigi Stefanini (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) Riccardo De Facci, Liviana Marelli (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza) Danco Singer (Forum Education); Vittorio Cogliati Dezza, Andrea Morniroli, Alessia Zabatino (Forum Disuguglianze e Diversità) don Luigi Ciotti (#GiustaItalia Patto per la Ripartenza); Adriana Bizzarri, Arianna Saulini, Giancarlo Cavinato, Franco Lorenzoni, Angela Nava (Tavolo Saltamuri).

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