Da anni si parla di turismo responsabile, di mobilità dolce, eppure quest’anno gli spagnoli (così come gli italiani) non si aspettavano di ritrovarsi “obbligati” a una scelta nazionale per le loro vacanze. Nonostante la riapertura dei confini internazionali e la possibilità – dal 3 luglio – di viaggiare e spostarsi da e per la Spagna quasi come prima, in molti hanno scelto di passare le proprie vacanze nelle numerose case rurali che esistono nel Paese.

Non stiamo parlando di agriturismi, bensì di un altro tipo di turismo, molto in voga negli ultimi anni in Spagna: si tratta di case (a volte vere e proprie ville) attrezzate per accogliere massimo una ventina di persone, molto spesso con ampi spazi aperti e piscina privata, spazi per il barbecue e, la maggior parte delle volte, isolate dai paesini in cui si trovano. In questa epoca “post lockdown” si tratta della meta perfetta per andare in vacanza con la propria famiglia o i propri amici: la ricerca di posti isolati e senza turismo di massa ha già fatto registrare un incremento delle prenotazioni per luglio e agosto che non si era mai visto prima.

Le difficoltà di stabilimenti balneari, club e discoteche – Intanto il settore del turismo balneare e quello delle metropoli culturali arrancano: per quanto Ibiza e Formentera, i simboli della movida iberica, non siano state colpite dal coronavirus in maniera particolarmente violenta, l’incertezza sulle misure di sicurezza e sulle nuove regole per andare in spiaggia sono un forte deterrente. Dall’8 giugno anche sulle spiagge di Barcellona ci si potrà togliere lo sfizio di un bagno e della tintarella (prima si poteva solo nuotare o fare sport). Ci saranno anche dei semafori online per regolare l’accesso e per poter pianificare dove e quando potersi stendere al sole, a due metri di distanza l’uno dall’altro. Il litorale di Barcellona potrà quindi accogliere come massimo 38mila persone e non ci potrà essere un servizio di assistenza balneare: verranno raddoppiati i controlli della Guardia Urbana e verranno installate delle videocamere e dei videosensori per controllare la densità della presenza delle persone nelle varie spiagge cittadine. Il controllo degli accessi al momento verrà effettuato nelle quattro spiagge più vicine alla Ciutat Vella, quindi Barceloneta, Sant Miquel, Somorrostro e Sant Sebastià. Per questo chi vive lontano dalle spiagge quest’anno ha scelto le case rurali, dotate di piscina. Oltre alle spiagge, c’è l’incognita sulla vita notturna: nella Fase 3 sarà possibile tornare anche in discoteca, ma non si potrà ballare, come in Italia. Le capitali della movida internazionale quindi dovranno trovare nuove modalità per intrattenere il popolo della notte.

Boom delle case rurali – Dopo i mesi di reclusione forzata, la voglia di qualche giorno di relax lontano dalle pareti della casa in cui si è dovuti rimanere nelle passate settimane è fortissima: solo nella settimana dal 29 aprile al 5 maggio, sulla piattaforma EscapadaRural.com (dove si può scegliere tra 15mila opzioni disponibili), si sono registrate più di 7000 prenotazioni per i mesi di luglio e agosto. Miryam Tejada, del dipartimento di comunicazione del sito, ha dichiarato a ilfattoquotidiano.it che “nel mese di maggio abbiamo registrato un 25% in più di contatti rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Se prendiamo in considerazione gli ultimi giorni la crescita è maggiore: siamo al 76% in più”.

Sicurezza e fiducia – Tejada spiega come si stanno organizzando i proprietari delle case rurali spagnole: “L’Istituto per la Qualità Turistica Spagnola (ICTE, ndr.) ha presentato una bozza di misure igienico-sanitarie generica. Si tratta di un documento in cui si raccomanda ai proprietari degli stabilimenti come organizzarsi e si indica quali misure adottare. Al momento però ogni Comunità Autonoma sta lavorando alla propria bozza, adattata caso per caso e di località in località: le casistiche da tenere in conto sono moltissime, per ogni provincia, comarca, paese e alloggio” continua. “Certamente sono documenti necessari da utilizzare come guida, però tutti gli imprenditori devono adattarlo nel modo più adeguato alla realtà della propria attività. In EscapadaRural.com insistiamo molto sull’importanza di trasmettere fiducia ai viaggiatori: la sensazione di sicurezza, specie in un momento come questo, è fondamentale”.

Riscoprire la terra e la comunità – “Questo è un buon momento per metterci tutti in discussione. Sono molti i soggetti coinvolti: proprietari, associazioni e le amministrazioni. La situazione è molto complicata, se tutti collaborassimo potremmo risolvere i problemi che sono sorti e quelli che dovremo affrontare nelle prossime settimane”, osserva Francisco Parra, presidente dell’Associazione dei professionisti del turismo rurale (Autural) a ilfattoquotidiano.it. “Grazie alla pandemia le persone sono tornate a guardare con occhi diversi il turismo rurale, ideale per le vacanze, ma anche per il cibo e per i prodotti a chilometro zero. La nostra offerta è di tipo familiare: per poche persone e in posti molto speciali, senza il turismo di massa che adesso spaventa molto. I prezzi sono abbordabili anche in tempi di crisi e le case si trovano quasi sempre vicino a spazi naturali dall’enorme valore e con un grande potenziale da sfruttare” dichiara. “Alcuni viaggiatori ribadiscono che questo è il momento della solidarietà: è il momento di conoscere meglio la nostra terra e sostenere la nostra gente. La Spagna (come l’Italia) è una terra molto ricca e multiforme: ha una ricchezza paesaggistica e culturale molto eterogenea, tutta da riscoprire…o scoprire!”.

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