Compra sulle indiscrezioni, vendi sulla notizia. Per la legge del mercato, le azioni di Mediobanca e delle Generali avrebbero dovuto subire una battuta d’arresto dopo che La Repubblica ha annunciato un rinato interesse di Leonardo Del Vecchio per Piazzetta Cuccia, primo socio della compagnia triestina. E invece i due titoli hanno messo a segno un rialzo superiore a quello del mercato (1,79%) con piazzetta Cuccia in crescita di oltre l’8% e quelle delle Generali in salita dell’3,24 per cento.

Un vero giallo estivo a Piazza Affari visto che, sia pure per via informale, Del Vecchio aveva svelato nell’ottobre scorso l’intenzione di aumentare la quota in Mediobanca di cui è già il primo socio con una quota del 9,89 per cento. In questi giorni, poi, il fondatore di Luxottica avrebbe provveduto solo a formalizzare alla Bce la richiesta finalizzata a salire al 20% di Mediobanca con un’operazione “amichevole”. Così, forse, come suggerisce il sito Dagospia, nell’economia di un quotidiano sarebbero bastate 20 righe nelle pagine finanziarie per ribadire un vecchio progetto.

La notizia in questione si è invece trasformata nella principale preoccupazione di La Repubblica, ormai saldamente nelle mani degli eredi Agnelli. Il quotidiano dello scorso 31 maggio ha infatti dedicato al tema non solo la prima pagina del giornale, ma anche altre due interne di primo piano. Non si può del resto dire che il direttore Maurizio Molinari, fortemente voluto da John Elkann, non sappia quel che fa.

Ma allora perché tanto clamore su una notizia già nota? Come ricorda Dagospia, è in corso un regolamento di conti nel mondo finanziario italiano. E la posta il gioco è il controllo delle Generali che Banca Intesa tesa tentò invano di conquistare nel gennaio di ormai tre anni fa. La partita vede da un lato appunto Intesa, insolitamente affiancata da Mediobanca e Unipol grazie al solido asse fra i due amministratori delegati, rispettivamente Alberto Nagel e Carlo Cimbri. Con il sostegno mediatico di Elkann, che all’istituto di credito guidato da Carlo Messina non può non essere grato per i 6,3 miliardi di euro di finanziamenti erogati con garanzia pubblica e chiesti dal Lingotto per poter ripartire dopo il lockdown. Poco conta, insomma, che dall’altro lato ci sia un fronte francofilo che potrebbe compiacere il suo socio Peugeot: Unicredit, Del Vecchio e Urbano Cairo, proprietario della tv La7 e dell’editrice del Corriere della Sera, Rcs.

Una strana convergenza di interessi visto che non molto tempo fa proprio Intesa aveva sostenuto Cairo nella conquista del quotidiano di via Solferino e aveva dovuto scontrarsi con un’offerta concorrente messa in campo da Mediobanca. Da allora il vento è cambiato a Milano. E non solo. Forse perché tutto tornasse uguale, quando Fiat, Intesa e Mediobanca si specchiavano nella medesima testata. Il Corriere della Sera.

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