“Oggi l’Unità è di nuovo in edicola. Non è una rinascita o una ripartenza, è soltanto il numero speciale che l’azienda ha fatto (come nei due anni precedenti) per evitare la decadenza della testata“. Nel comunicato dei giornalisti del quotidiano fondato da Antonio Gramsci si trova la risposta allo stupore di chi oggi ha ritrovato il giornale tra quelli esposti sul banco degli edicolanti. Il direttore per un giorno è Primo Di Nicola, ex guida de Il Centro, storica firma de l’Espresso e già collaboratore de ilfattoquotidiano.it. Una scelta, quella di affidare la fattura del giornale a Di Nicola, di cui i giornalisti de l’Unità “hanno preso atto”, ricordando quanto accaduto lo scorso anno, quando l’azienda scelse Maurizio Belpietro per il numero annuale, decisione bollata come “un insulto alla storia nostra e del giornale”.

Nel prosieguo della nota, i giornalisti sottolineano come la situazione sia ancora drammatica: loro senza stipendio e senza possibilità di accedere agli aiuti, la testata senza acquirenti. Situazione solo in parte sfiorata dagli editori (la società Piesse di Guido Stefanelli e Massimo Pessina), che nella loro nota hanno ringraziato giornalisti e direttore, assicurando il massimo impegno per la soluzione positiva della vicenda. Al netto del gioco delle parti (unica certezza: l’Unità non è più in edicola dal 2017), il giornale dedica il titolo di prima e uno speciale di quattro pagine all’anniversario della strage di Capaci, con un testo scritto dall’ex procuratore nazionale antimafia Piero Grasso. Oltre all’attualità politica (con un sondaggio esclusivo), l’attualità con la situazione del coronavirus in Italia, la lettera di Salvatore Giannella al premier Conte e vari commenti, tra i quali va segnalato quello di Carlo Verdelli, ultimo direttore di Repubblica prima dell’arrivo della famiglia Agnelli (che lo ha rimpiazzato con Molinari).

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