“Basta disparità di trattamento per le scuole paritarie“. La presidenza della Conferenza episcopale italiana si appella al governo e ribadisce la “forte preoccupazione” espressa in queste settimane da genitori, alunni e docenti delle scuole non amministrate dallo Stato, la cui sopravvivenza è messa a rischio dall’emergenza coronavirus. A farsi portavoce delle richieste delle scuole paritarie le opposizioni di Lega e Forza Italia, ma anche parte della maggioranza. Il capogruppo alla Camera del Pd Graziano Delrio ha garantito: “In Parlamento ci adopereremo per soluzioni che possano sostenere con più forza questi istituti nel loro servizio alla comunità nazionale”.

Già a fine marzo, le scuole paritarie avevano chiesto che nei mesi di chiusura imposta dal covid-9 fosse prevista “la detraibilità integrale del costo delle rette versate” tenendo conto del “costo standard di sostenibilità per allievo”. Dopo due mesi e mezzo di lockdown, la Cei ha criticato il governo per aver escluso dai finanziamenti la scuola paritaria dal decreto Rilancio. “Le paritarie svolgono un servizio pubblico – ha sottolineato in una nota la Cei – E si chiede al governo e al Parlamento di impegnarsi ulteriormente per assicurare a tutte le famiglie la possibilità di una libera scelta educativa, esigenza essenziale in un quadro democratico. Tra l’altro, le scuole paritarie permettono al bilancio dello Stato un risparmio annuale di circa 7.000 euro ad alunno“. La Cei ha poi assicurato che stanno verificando la possibilità di contribuire nel sostenere 20mila studenti della scuola paritaria secondaria di I e II grado: un aiuto straordinario alle famiglie più in difficoltà, da imputarsi al bilancio Cei del 2020.

In Italia sono più di 13 mila gli istituti scolastici che rientrano nel mondo delle scuole paritarie, in cui lavorano circa 200 mila docenti e non docenti e sono frequentati da oltre 800mila alunni. “Questo tipo di ‘ripartenza’ ha tutto il sapore di un’inaccettabile quanto inqualificabile ipocrisia“, ha detto padre Francesco Ciccimarra, presidente nazionale Agidae, l’Associazione gestori istituti dipendenti dall’Autorità ecclesiastica. Il decreto Rilancio “non ha previsto alcun tipo di sostegno a questo “mondo”: nessuna forma di detraibilità/deducibilità fiscale delle rette pagate dalle famiglie, nessun intervento economico per la disabilità degli alunni, nessuna risorsa per la didattica on line”, ha sottolineato Ciccimarra.

A chiedere la sospensione del pagamento delle rette da parte delle famiglie sono anche i deputati Roberto Cassinelli e Roberto Bagnasco di Forza Italia che lamentano la scarsa considerazione delle scuole paritarie: “Una dimenticanza o un clamoroso errore ideologico? In ogni caso un grave errore”. E hanno aggiunto: “Il centrosinistra continua a discriminarle nonostante siano state per legge equiparate a quelle pubbliche da almeno 20 anni”. Un’accusa condivisa anche dai parlamentari leghisti Guido Guidesi e Luca Toccalini. “Decidere di affossare l’istruzione Cattolica delle scuole paritarie privandole del sostegno economico per la ripartenza è inaccettabile. Il governo ha attuato una vera e propria discriminazione ideologica alle scuole Cattoliche che avrà l’unico risultato di penalizzare gli studenti e sovraccaricare la scuola pubblica”.

Articolo Precedente

Didattica a distanza, pensare ai voti ora vuol dire vedere la scuola come un’azienda

next
Articolo Successivo

Maturità, tra dispenser e tabelle di marcia io ci arriverò ‘scaglionata’ di sicuro

next