Si era dichiarato colpevole di aver mentito all’Fbi a proposito dei cuoi contatti segreti con un diplomatico di Mosca ed era stato messo in stato di accusa dal procuratore speciale Robert Mueller. Ma oggi è arrivato il colpo di scena: il Dipartimento di giustizia americano ha lasciato cadere le accuse contro l’ex consigliere alla sicurezza nazionale Michael Flynn, coinvolto nel Russiagate. La decisione è arrivata dopo che lo scorso mese Donald Trump aveva detto di considerare la grazia per il suo ex consigliere. Il presidente si è detto molto felice per la decisione del dipartimento di lasciare cadere il procedimento nei suoi confronti.

Politico riporta che i vertici del dipartimento di Giustizia, compreso il ministro William Barr, hanno concluso, alla luce di recenti prove mostrate, che l’interrogatorio condotto dagli agenti federali, appena quattro giorni dopo l’insediamento di Trump nel gennaio del 2017, mancava di sufficienti basi investigative.

La scorsa settimana i legali di Flynn avevano presentato nuovi documenti con l’intento di dimostrare che da parte del Bureau vi fu un intento persecutorio, finalizzato a dimostrare una tesi precostituita. I documenti, consegnati dal dipartimento di Giustizia agli avvocati Sidney Powell e Jesse Binnall, contengono uno scambio di email tra alcuni funzionari dell’Fbi e una terza persona non identificata, preparatorie all’interrogatorio al quale Flynn venne sottoposto nel gennaio del 2017. A seguito di quell’interrogatorio, Flynn ammise di avere mentito all’Fbi riguardo ai suoi contatti con la Russia.

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