I dati arrivati alla Commissione Ue mostrano ormai in maniera “abbastanza chiara” che con la crisi causata dal coronavirus “l’Europa sia entrata nella più profonda recessione economica della sua storia“. Tradotto in numeri, significa che per l’Eurozona il calo nel 2020 sarà del 7,7% e per l’intera Unione del 7,4% del Pil. Nel 2020 sarà la Grecia, tra i Paesi Ue, a registrare il maggiore crollo del Prodotto interno lordo con una flessione del 9,7%, seguita dall’Italia, con un calo del -9,5%. La stima del crollo per il nostro Paese contenuta nelle previsioni economiche di primavera della Commissione Ue è perfino peggiore di quanto aveva stimato il governo nel Def, dove si indicava un calo dell’8% del Pil per quest’anno. Il Documento di economia e finanza calcolava anche un debito in volo fino al 155% del prodotto interno lordo, mentre per Bruxelles “raggiungerà il 158,9% nel 2020″. La Commissione Ue avverte anche che “la pandemia avrà un grave impatto sul mercato del lavoro“, stimando un aumento del 9% della disoccupazione europea nel 2020. In Italia arriverà invece secondo le stime all’11,8%. Le notizie positive arrivano solo dalle previsioni sul 2021, quando è previsto un rimbalzo importante: +6,3% del Pil nella zona euro e +6,1% nell’Unione.

“È abbastanza chiaro che siamo entrati nella recessione economica più profonda nella storia Ue”, ribadisce anche il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, durante la presentazione delle previsioni economiche di primavera della Commissione. “Sia la recessione che la ripresa saranno disomogenee“, “i dati aggregati a livello europeo nascondono considerevoli differenze fra Paesi”, sottolinea Gentiloni. “Nel 2021 prevediamo un rimbalzo, non abbastanza per compensare completamente la perdita di quest’anno. In altre parole – dice il commissario – alla fine del 2021 una grande maggioranza degli Stati membri presenterà un livello inferiore di attività economica rispetto a prima dell’eruzione di questa crisi“.

“Entro la fine del 2021 solo Germania, Croazia, Austria e Slovacchia torneranno ai livelli di fine 2019“, mentre “il livello di output di Italia, Spagna e Paesi Bassi è previsto che rimanga al di sotto del livello di fine 2019 di più del 2%“. “Sappiamo tutti che l’Italia è stata colpita molto duramente da questa epidemia – sottolinea Gentiloni – è stata la prima a decidere misure difficili e il lockdown è cominciato prima che in altri Stati. Allo stesso tempo, come si vede dalle previsioni, vediamo un rimbalzo piuttosto forte nel 2021. Credo che le misure del Governo stiano aiutando ad andare in questa direzione”, commenta il commissario europeo. Si prevede invece che Berlino “subirà una contrazione meno ripida della maggior parte degli Stati membri e si riprenderà più rapidamente ai livelli di produzione pre-pandemici. Tuttavia, il Paese subirà la sua recessione più profonda dal Dopoguerra”.

Le previsioni di Bruxelles: in Germania -6,5% Pil – “I dati in tempo reale indicano che l’attività economica in Europa è crollata a una velocità inedita nelle ultime settimane e le misure di contenimento messe in campo dai Paesi membri a metà marzo per rispondere alla crisi hanno messo l’economia in uno stato di ibernazione“, scrive la Commissione Ue nelle previsioni economiche di primavera. Dopo Grecia (-9,7%) e Italia (-9,5%), è la Spagna a registrare il maggiore crollo del Pil con una flessione del 9,4%, mentre la Francia registrerà il quinto maggior calo (-8,2%). La Germania dovrebbe invece cavarsela con una flessione del 6,5% classificandosi 18esima nell’Ue dove sarà la Polonia (-4,3%) a subire il danno minore.

In Italia: rimbalzo Pil al 6,5% nel 2021 – Pandemia e lockdown spingeranno l’economia italiana in una “profonda recessione”, con una “rimbalzo tecnico nella seconda metà del 2020”, sostenuto dalle misure del Governo, e una “parziale ripresa” nel 2021. Le stime economiche della Commissione vedono il Pil italiano contrarsi del 9,5% quest’anno, e rimbalzare al 6,5% l’anno prossimo. “Il lockdown ha messo un brusco freno ai consumi privati“, ma si prevede un altrettanto “brusco rimbalzo”. “Misure di sostegno al reddito e bassa inflazione dovrebbero sostenere le spese delle famiglie, tuttavia solo parzialmente a causa del graduale allentamento delle misure di contenimento”. Inoltre, “in pieno crollo di domanda, drenaggio dei flussi di cassa e elevata incertezza, le imprese probabilmente ridurranno la spesa per investimenti, mentre misure come il sostegno alla liquidità dovrebbero limitare il numero di fallimenti”.

In Italia: Covid spingerà il deficit all’11% – Nel 2019 il deficit italiano all’1,6% ha segnato uno “storico livello basso”, ma nel 2020 “il coronavirus lo spingerà all’11%“. Nel 2021 calerà al 5,5%. Il debito invece, “stabile” al 134,8% nel 2019, “raggiungerà il 159% nel 2020 e scenderà al 153,5% nel 2021, principalmente per dinamiche del Pil”. L’avanzo primario sarà “negativo per la seconda volta dall’adozione dell’euro, pesando fortemente sul debito nel 2020″.

In Italia: lavoro stagionale potrebbero ritirarsi – “La copertura estesa e l’allentamento dei criteri per gli schemi di sostegno agli stipendi (Cassa integrazione guadagni) dovrebbero sostenere i redditi da lavoro e ridurre il rischio di licenziamenti e disoccupazione. Ciononostante – scrive la Commissione – chi cerca lavoro, gli stagionali e i contrattisti potrebbero non avere sostegno emergenziale e alcuni potrebbero temporaneamente ritirarsi“. Per questo le stime Ue vedono la disoccupazione in Italia salire all’11,8% nel 2020 e riscendere al 10,7% nel 2021.

La ripresa europea fra tante incognite – Il Pil dell’Ue tornerà a salire nel 2021 “supponendo che le misure di contenimento verranno gradualmente tolte”, che a quel punto “la pandemia rimanga sotto controllo” e che “le misure fiscali e monetarie senza precedenti messe in campo dagli Stati membri e dall’Ue abbiano effetto nell’attenuare l’impatto economico immediato della crisi, nonché limitare i danni permanenti al tessuto economico”. Lo scrive la Commissione Ue nelle previsioni economiche di primavera mettendo in evidenza le tante incognite che pesano sulle prospettive di una ripresa dell’attività economica in Europa nel 2021 dopo il crollo previsto per quest’anno. Per quanto riguarda in particolare il mercato del lavoro, si legge, “sono particolarmente vulnerabili” i Paesi “con un’alta proporzione di contratti a breve termine e in cui una grande fetta della forza lavoro dipende dal turismo“. Per l’Eurozona la disoccupazione crescerà dal 7,5% del 2019 al 9,6% nel 2020, per poi calare all’8,6% nel 2021. Nell’Ue, salirà dal 6,7% dello scorso anno al 9% nel 2020, e calerà al 7,9% nel 2021.

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