La proposta sul Recovery fund – pur definito “urgente” dopo l’ultimo vertice dei leader Ue – e il bilancio pluriennale, che la Commissione europea avrebbe voluto presentare mercoledì, slitta ancora di qualche settimana. La presidente Ursula von der Leyen deve riuscire a comporre un piano che accontenti il Nord e il Sud, i frugali e quelli disposti a investire nel bilancio comune. Intanto l’Olanda non molla la presa e chiede che gli eventuali prestiti da parte del fondo Salva Stati Mes siano di breve durata, cosa che però li renderebbe automaticamente non convenienti per un Paese come l’Italia.

In vista dell’Eurogruppo di venerdì 8, che dovrebbe ratificare le caratteristiche della nuova linea di credito del Mes battezzata Pandemic crisis support, il ministro olandese dell’economia Wopke Hoekstra ha preparato un documento per il suo Parlamento in cui spiega quali saranno le condizioni che porrà: firma di un memorandum nel quale ci si impegna a usare gli aiuti solo per spese legate alla crisi sanitaria, credito disponibile solo fino alla fine dell’emergenza, monitoraggio delle istituzioni con analisi della sostenibilità del debito del Paese che richiede l’aiuto e maturità dei prestiti più breve dei programmi passati.

La prima condizione è che “Nel Memorandum of Understanding”, sul quale tutti concordano a patto che definisca condizioni leggere, “i Paesi di impegnano ad usare la linea di credito per sostenere il finanziamento di spese dirette e indirette del settore sanitario, e i costi collegati alla prevenzione”. E questo corrisponde a quanto già concordato dai ministri delle Finanze e dai leader.

La linea di credito deve poi essere “disponibile solo per la durata della crisi Covid-19“. Inoltre, “è importante che le procedure per concedere il sostegno finanziario del Mes, come incluso nel Trattato Mes, vengano propriamente monitorate“. Questo significa, spiega il documento, che quando il board dei governatori del Mes si riunirà per prendere la decisione sulla concessione degli aiuti, dovrà avere a disposizione “i necessari rapporti”, cioè “un’analisi dei rischi per la stabilità finanziaria, la sostenibilità del debito e le necessità di finanziamento” del Paese interessato. E anche questo è già previsto, ma l’analisi di di sostenibilità del debito in questa fare sarà un pro forma.

Il vero nodo riguarda la durata dei prestiti, che per Paesi con tassi di interesse sui titoli di Stato ben più alti della media, come l’Italia, dovrebbe essere più lunga possibile per aumentare la convenienza di indebitarsi con il Mes invece che sul mercato. Al contrario, secondo Hoekstra “deve essere più corta dei programmi precedenti, visto che sono prestiti a Paesi sul mercato possono ancora operare a tassi ragionevoli”. Quindi, su questa base, “ci si può aspettare che i prestiti vengano restituiti piuttosto rapidamente”.

L’Aja è comunque d’accordo, “vista l’eccezionalità della situazione”, a che i tassi applicati alle linee di credito siano più convenienti del solito, anche se maggiori di quelli a cui il Mes fa raccolta.

Intanto sono cambiati i piani della Commissione sul Recovery fund. Dopo il vertice europeo che le aveva chiesto di mettere a punto una proposta di Recovery plan, l’idea era di presentarla assieme alle previsioni economiche di primavera, che mercoledì daranno la misura del profondo rosso in cui precipiterà il Pil 2020 di tutti i Paesi europei. Alcuni più di altri, con l’Italia da anni fanalino di coda. Ma le marcate divergenze che dividono i 27 hanno rallentato la von der Leyen, che non vuole presentare una proposta non matura, rischiando che venga rigettata. Quindi la strategia è cambiata: le stime di mercoledì serviranno a mettere pressione sulle capitali, che sperando che l’urgenza della situazione economica li convinca ad ammorbidire le posizioni.

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