“La risposta dei cittadini si sta confermando all’altezza delle difficoltà del momento” dimostrando un “grande senso di responsabilità“, ma per uscire dall’emergenza “la strada è ancora lunga e non dobbiamo abbassare la guardia”. Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte commenta il primo giorno di ripartenza in un’intervista ad Affari Italiani. In un colloquio con il direttore, Angelo Perrino, affronta i temi e getta uno sguardo sulle questioni internazionali: il ruolo dell’Unione Europea e il braccio di ferro diplomatico tra Stati Uniti e Cina.

Per quanto riguarda le conseguenze economiche dell’emergenza coronavirus, il premier ammette “alcuni ritardi” nell’erogazione degli aiuti alle imprese e chiede uno “sforzo in più” alle banche: “Nel nuovo decreto economico ci siamo concentrati su meccanismi ancora più veloci e diretti di sostegno alle imprese – sottolinea – Occorre adesso anche uno sforzo in più da parte del sistema bancario per rendere più spedite le procedure ed è per questo che stiamo verificando con i vertici delle imprese bancarie lo stato di attuazione del decreto liquidità“. Alla domanda di Affari Italiani sulla possibilità di riaperture anticipate, Conte sottolinea che fino al 17 maggio valgono le disposizioni contenute nell’ultimo dpcm. Il presidente si dice “fiducioso” che la curva rallenterà ancora in alcuni territori, permettendo eventualmente ulteriori allentamenti: “Non ignoro le richieste di alcune regioni e di alcune particolari categorie di lavoratori di anticipare l’apertura delle rispettive attività, siamo al lavoro anche per questo”, spiega, fermo restando che garantire la salute dei cittadini resta “prioritario”.

Sul fronte politico, invece, fa appello alla coesione: “L’instabilità sarebbe un gravissimo danno alla vigilia della sfida della ripartenza e indebolirebbe la nostra posizione in Europa”. Proprio ora che, aggiunge, L’Unione “aver compreso gli errori del passato“. Poi si rivolge implicitamente alla frangia più critica della maggioranza, quella renziana: “Ben vengano suggerimenti e stimoli da parte di tutti gli alleati di governo. Nessuno degli alleati può avere interesse a compromettere l’azione di governo, sarebbe incomprensibile agli occhi dei cittadini”. Infine commenta lo scontro diplomatico tra Cina e Stati Uniti, con il presidente Trump che incolpa Pechino sulla diffusione della pandemia: “A tempo debito sarà inevitabile accertare eventuali responsabilità nella gestione” ma per adesso, conclude, va favorita “il più possibile la collaborazione internazionale“, strumento fondamentale per sconfiggere il virus.

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