Vita di quartiere per un tutta l’estate e anche oltre, insomma finché servirà. Milano prepara il suo piano per la Fase 2 e sembra un salto indietro forzato di quarant’anni. Basato su due pilastri: pedonalizzazione e localizzazione dei servizi. Scelte forzate dal coronavirus delle quali il Comune ha ideato le linee guida e che ora vuole dettagliare ed ampliare con contributi delle associazioni di categoria e dei cittadini. In un documento di 17 pagine chiamato Milano 2020, l’amministrazione guidata da Beppe Sala ha condensato le idee per adattare lo stile di vita, solitamente frenetico, dei milanesi alle esigenze della prevenzione. La città insomma dovrà ripensare i tempi, gli orari, gli spazi e i ritmi per distribuire la domanda di mobilità nell’arco delle 24 ore della giornata, evitando sovrapposizioni e assembramenti. Un rallentamento sotto ogni aspetto, ad iniziare dagli spostamenti. Per dire, in alcune vie alle auto sarà consentito il transito al massimo a 30 chilometri orari e in ogni caso le carreggiate si restringeranno per fare posto ai tavolini di bar e ristoranti, così da aumentare gli spazi a disposizione per i gestori dei locali costretti a fare i conti con il distanziamento minimo previsto nella Fase 2. La rivoluzione non riguarderà solo la mobilità – in città vedranno la luce 35 chilometri di piste ciclabili entro la fine del 2021 – ma anche i servizi, che saranno sempre più di prossimità.

Ciclabili e zone 30 – Il capitolo trasporti restano il più delicato. Il Comune sta lavorando a 10 nuovi tratti di piste ciclabili per quasi 23 chilometri “che saranno pronti nel corso dell’estate”, ha spiegato l’assessore ai Trasporti Marco Granelli. Il resto arriverà nei mesi successivi. La pista ciclabile da piazza San Babila a Sesto Marelli di 6 chilometri sarà realizzata con la segnaletica e i lavori inizieranno il 29 aprile, il primo tratto – quello di corso Venezia – sarà pronto l’11 maggio. Lungo corso Venezia, quindi, si restringerà la carreggiata e le auto potranno circolare al massimo a 30 all’ora. In viale Monza, altra arteria ad alta intensità di traffico, spazio a una pista ciclabile innovativa, la ciclabile express, “grazie alle autorizzazioni del ministero”, che sarà percorribile da fine luglio: ci saranno due corsie ciclabili al centro della strada a fianco dello spartitraffico.

I tavolini sui parcheggi – Ma il limite di velocità a 30 all’ora sarà introdotto in modo diffuso in città, dove troveranno spazio sugli stalli dei parcheggi o al margine della carreggiata i tavolini di bar e ristoranti. Quest’ultima è una delle azioni immediate per gestire la fase della ripartenza. Si tratta di una delle idee volte a valorizzare lo spazio pubblico con le dovute norme di distanza. Il fine, come spiegato dall’assessore al Commercio Cristina Tajani, è abilitare i locali “ad una diversa fruizione da parte dei cittadini”, anche “valorizzando lo spazio pubblico, quindi anche utilizzando il plateatico, lo spazio della strada, per avere all’aperto dei posti a sedere”.

La sfida: tutto a 15 minuti a piedi – Il fine ultimo è la “difesa” delle “attività di quartiere”, spiega l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran. “Sono servizi importanti le botteghe, i bar, le trattorie e il calo di capacità nei negozi è drammatico. È importante quindi la garanzia che ci si possa espandere e quindi recuperare posti”. Perché è lì – nei quartieri – che si concentrerà la ripartenza della città. La strategia messa in campo dal Comune è infatti quella di permettere di trovare tutto quel che serve nel raggio di 15 minuti a piedi dalle case. Limitando in questo modo “la migrazione delle persone dai quartieri residenziali a quelli legati al consumo”, dice ancora Tajani.

Servizi pubblici rafforzati – Il piano prevede di “rafforzare i servizi pubblici in un’ottica di prossimità” equilibrando “le differenze tra quartieri, valorizzando le specificità e cercando di ridurre gli spostamenti interquartiere” e al tempo stesso di “ampliare l’offerta temporale e la dislocazione fisica dei luoghi di erogazione dei servizi pubblici e privati, favorendo la fruizione attraverso i servizi digitali”. Inoltre l’intento del Comune è di cooperare con la Regione Lombardia “per creare servizi di medicina del territorio, a partire dai quartieri popolari” e di “favorire la consegna degli acquisti a domicilio, con priorità agli anziani” al fine di sostenere “il commercio locale”. Tutto per desincronizzare gli orari della città anche per favorire un minore afflusso di persone sui mezzi di trasporto, che è il vero nodo da affrontare.

App per le code e locali aperti più a lungo – Per evitare sovrapposizioni e assembramenti, tra le proposte c’è anche l’utilizzo di applicazioni per la gestione delle code e strumenti di heat-mapping, nonché “l’estensione o lo slittamento degli orari di apertura” in accordo con le associazioni di categoria e nel rispetto del contratto nazionale. Questo riguarderà “il commercio, la ristorazione e le attività di intrattenimento”. In più serve “concordare politiche del lavoro che promuovano l’attività a distanza, da casa o in strutture (spazi di coworking) attrezzate, con il coordinamento dei mobility manager, facilitare la didattica e la formazione a distanza per una loro migliore distribuzione temporale”.

I parchi e gli impianti sportivi – Nel documento Milano 2020, l’amministrazione spiega anche di voler favorire anche “l’uso dello spazio pubblico all’aperto per eventi culturali e sportivi prevedendo facilitazioni e agevolazioni” e punta a “gestire e monitorare i flussi di accesso ai parchi, permettendone l’utilizzo per attività fisica, iniziative culturali e incentivare i condomini a consentire il gioco negli spazi comuni”. Nei piani del Comune c’è infine quello di “permettere la riapertura degli impianti sportivi almeno per gli allenamenti” e “l’utilizzo delle aree verdi e dei giardini di pertinenza degli impianti per l’attività sportiva all’aperto”.

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