Il ritorno di Resident Evil 3 è un sogno per tutti quegli appassionati della serie che, per molto tempo, hanno sperato di sentire nuovamente il terrificante urlo di Nemesis; a differenza del suo predecessore però, il “nuovo” Resident Evil 3 è una reinterpretazione del titolo classico, una scelta quella di Capcom che comporta dei pro ma anche dei contro.

Durante l’invasione zombie che attanaglia Racoon City, troviamo una Jill Valentine pesantemente provata dagli eventi di Villa Spencer – set del primo capitolo della saga – che si prepara a fuggire, facendo appello a quel briciolo di sanità mentale che le rimane, trovandosi contro una città che non la vuole lasciare andare ed il Nemesis, potente arma di morte programmata dalla Umbrella Corp al solo scopo di uccidere i membri S.T.A.R.S. rimasti, tra cui proprio la protagonista.

Un introduzione adrenalinica da’ il via a Resident Evil 3 Remake che in parte abbandona la sua connotazione da survival horror per assumere invece caratteristiche decisamente più action, e perdendo in questa trasformazione delle aree iconiche della versione originale, ottenendo un tragitto più lineare ma sicuramente meno frammentario rispetto alle sue origini, con quel sapore di film d’azione che ben si sposa con l’ambientazione del gioco. La presenza di file e documenti di vario genere, permettono al giocatore non solo di trovare utili indizi per poter aprire gli armadietti che custodiscono svariati bonus, ma aggiungeranno anche tasselli al mosaico della storia, sicuramente ricco nonostante la natura del gioco.

Tornando a Jill e al suo compagno di fuga Carlos, entrambi hanno subito non solo un restyle puramente grafico ma anche per quanto riguarda l’approfondimento generale dei personaggi, portando ad avere due protagonisti sicuramente carismatici e dei comprimari che non sono solo semplice macchiette, dando ancora di più a trama e ambientazione uno spessore che nell’originale non era presente.

L’inserimento della schivata è un ulteriore passo fatto verso una versione molto più action di Resident Evil 3, dando la possibilità al giocatore di uscire da situazioni molto complicate, che avrebbero altrimenti richiesto un dispendioso uso di preziosi proiettili; di contro, proprio questa svolta dedita all’azione priva i giocatori storici di una sezione particolarmente ricca di enigmi, ma allo stesso tempo rende finalmente la trama più snella, collegandosi perfettamente al capitolo precedente. Se graficamente Racoon city e i suoi mostri si rivelano in ottima salute e il Nemesis in tutto il suo splendore e cattiveria è determinato a costringerci a battaglie sempre più adrenaliniche, dove si trovano i difetti del titolo?

Purtroppo qualche sbavatura è presente, a partire dalla facilità del gioco, che a livello normale richiede poche ore per essere finito, anche se promette ricompense per i temerari che si cimenteranno ai livello di difficoltà più elevati; l’altro difetto, se cosi vogliamo chiamarlo è l’esiguo numero di enigmi, che potrebbe far storcere il naso ai puristi della saga, trovando un gioco davvero troppo votato all’azione e non più il Resident Evil che conoscevano. Tutto sommato problematiche che però non vanno a minare la bontà della produzione generale che si assesta su ottimi livelli e che sicuramente farà saltare dalla sedia più di un giocatore, almeno fino al prossimo remake, sempre se Capcom vorrà continuare a percorrere questa strada.

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