C’è l’emergenza coronavirus? Aumentiamo lo stipendio. Ma non ai medici o agli infermieri in prima linea, che rischiano la vita e lamentano protezioni insufficienti. Aumentiamone soltanto uno, quello del dirigente del dipartimento Salute e politiche sociali della Provincia autonoma di Trento, Giancarlo Ruscitti, tra l’altro assunto da appena un anno. Nelle amministrazioni pubbliche esistono le retribuzioni di risultato che premiano, per l’appunto, gli obiettivi centrati da un dipendente. In questo caso il risultato sarebbe quello di far funzionare al meglio la macchina sanitaria di fronte alla pandemia. Ma il premio viene concesso prima. A prescindere. E siccome non può essere legato a un risultato, viene giustificato dal governatore leghista Maurizio Fugatti, con “l’ampliamento della sfera di operatività ad ambiti di intervento di elevato livello strategico, quale l’istituzione della Facoltà di medicina e i rapporti Euregio”. Ecco che l’adeguamento della retribuzione complessiva (retroattiva all’1 marzo scorso) sale a 130 mila euro, “attraverso l’attribuzione di una quota ad personam della retribuzione di posizione, in analogia con i dirigenti generali con più prolungata esperienza nell’incarico”. Un premio, per l’appunto.

Ruscitti, che ha 62 anni, è stato assunto a tempo determinato l’1 marzo 2019, in base a un bando di selezione per quel posto apicale del dicembre 2018. Era arrivato primo forte anche della sua esperienza, che dal 2016 al 2010 lo aveva visto segretario della Sanità della Regione Veneto (governatore Giancarlo Galan) e dal 2016 al 2019 della stessa struttura in Puglia. Ma è stato anche a capo di una struttura di coordinamento dei direttori sanitari italiani, amministratore delegato della Fondazione Opera San Camillo, commissario straordinario di diverse strutture sanitarie. Quando la giunta Fugatti gli assegnò il posto non rese pubblico il compenso, delegando il provvedimento al dirigente del Servizio per il personale. Lo stipendio annuo 2019 risulta così composto: stipendio 65.429 euro, retribuzione di posizione 39.421 euro, retribuzione di risultato 0, voci accessorie 1.948 euro, inoltre rimborsi per 3.929 euro. Il totale delle prime due voci arriva a 104.850 euro. Quindi l’aumento dovrebbe essere di circa 25 mila euro, all’incirca il 25 per cento in più. Niente male per un anno di attività.

Severo il commento dei sindacati. “È l’ennesimo schiaffo morale a tutti i professionisti della sanità del Trentino, quali medici, infermieri, tecnici…. che ogni giorno lottano per un dispositivo di protezione o una mascherina mettendo a repentaglio il loro stato di salute e quello dei famigliari. Per loro solo un elogio del presidente Fugatti”. È il commento di Giuseppe Varagone, segretario provinciale Uil-Fpl. I sindacati hanno chiesto incentivi economici per il personale impegnato sul fronte della pandemia, ma non hanno ricevuto risposta.

Non meno tenero Luigi Diaspro, segretario generale Fp-Cgil: “Siamo stupiti per i tempi e i modi con cui si è stabilito questo incentivo. Annotiamo che l’aumento può essere giustificato dalla fortissima pressione esercitata dall’emergenza sanitaria in atto, ma quale ingiustificata e inaccettabile distanza tra misure a favore di chi dirige e di chi è in corsia e nella case di riposo”. Fugatti è stato “solerte con chi è ai vertici della catena di comando, ma si scorda di chi è in prima linea e affronta il Covid-19 con dispositivi di protezione non sempre adeguati”.

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