“Questo deve essere un anno completamente bianco per le società sportive, ma il calcio e i calciatori devono dare il buon esempio a chi sta chiuso in casa senza un lavoro”. Classe 1964, Andrea D’Amico è un procuratore sportivo da trent’anni. Tra gli altri segue il capitano del Genoa Domenico Criscito e l’ex juventino Sebastian Giovinco, che oggi gioca in Arabia Saudita dopo l’esperienza di Toronto. Negli ultimi anni D’Amico ha fatto spesso anche da consulente di calciomercato per alcuni club negli Stati Uniti. “Le partite non si stanno giocando e non sappiamo quando si tornerà in campo. Le società devono però pagare gli stipendi, a chi prende tanto e a chi prende poco. La soluzione che propongo è questa: lo Stato deve defiscalizzare. Si parla tanto della riduzione dei contratti ai giocatori. Basterebbe invece non far pagare le tasse alle società per questo periodo, il Fisco è come agisse da socio perché si prende il 50 per cento dello stipendio del giocatore, ne incassa la metà esatta. Mi sembra molto più proficuo e produttivo per tutti che questo sia un anno bianco, per tutte le aziende non solo quelle dell’industria calcio. E basta fare politiche demagogiche sui calciatori ricchi, perché ci sono tanti professionisti che non guadagnano molto”.

Intanto i club della Serie A si dividono. C’è chi vuole iniziare ad allenarsi da subito. Lazio e Napoli si sono esposte per prime. Ma anche Roma, Sassuolo e Cagliari sarebbero per la ripresa.
Occorre uniformità per tornare ad allenarsi tutti insieme. Il problema non è più solo regionale. La ripresa deve essere simultanea.

Alcuni calciatori stranieri della A hanno lasciato l’Italia per raggiungere il loro paese d’origine. Per esempio da Torino se ne sono andati Cristiano Ronaldo, Higuain, Pjanic, Douglas Costa e Khedira.
Tutti gli italiani sono stati limitati in alcune libertà individuali come quella di movimento, lo sport deve dare un buon esempio. Quello che fanno gli sportivi ha una grande eco, bisognerebbe stare attenti a dare certi segnali. Quello che hanno fatto è certamente legittimo e non entro nel merito delle scelte, anche perché è un momento delicato. Non voglio sollevare polemiche, ce ne sono già molte a livello politico e scientifico. Ma anche sulla possibilità di farsi il tampone serve una regola uniforme.

Si discute molto anche sulla modalità di una eventuale conclusione del campionato. I playoff potrebbe essere una soluzione pratica e spettacolare.
Per esseri seri, le competizioni che sono in corso devono terminare senza cambiare formula, quindi per me niente playoff. Visto l’importanza che ha vincere il campionato, retrocedere in B e qualificarsi per le coppe bisogna terminare con le regole di inizio stagione. Tutto questo ovviamente quando è passata questa terribile emergenza sanitaria.

Andrebbe a slittare il calciomercato e ci sarebbe da risolvere la tematica della scadenza dei contratti dei calciatori che oggi è a fine giugno.
Questi non saranno dei problemi, il calciomercato si farà a stagione finita e la scadenza dei contratti verrà spostata de iure a quello che sarà il termine della stagione. È una cosa ragionevole: la scadenza dei contratti è stabilita con il parametro della chiusura della stagione sportiva, essendosi creata questa necessità, i contratti verrebbero prolungati d’autorità.

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