“Dai leader ci saremmo aspettati una più forte assunzione di responsabilità“. Di fronte alla spaccatura dei capi di governo durante il Consiglio europeo e all’ennesimo rinvio sugli aiuti per superare l’emergenza coronavirus, anche il presidente del Parlamento Ue David Sassoli ha deciso di intervenire per chiedere una presa di coscienza da parte dei singoli Stati. “Voglio essere molto chiaro”, ha detto intervistato dal canale Uno di Rtve. “I governi nazionali non sono l’Europa“. Sono ore drammatiche per l’Unione europea, sia per la crisi sanitaria che per quella economica, e ancora i leader non sono riusciti a trovare un accordo su come muoversi. Lo stesso premier Giuseppe Conte, in linea con Spagna e Francia, ha ribadito più volte che servono “nuovi strumenti” e che l’Italia non accetterà un compromesso al ribasso: sono 9 i leader europei che, alla vigilia del consiglio europeo, avevano scritto una lettera per chiedere la creazione dei cosiddetti coronabond. Una posizione che però ha creato una frattura, al momento insanabile, con gli Stati del Nord Europa, Germania e Olanda in primis.

Nelle scorse ore a esprimersi in favore di misure straordinarie è stato anche l’ex presidente Bce Mario Draghi e le sue parole sono state sottoscritte dai principali esponenti politici italiani, come dallo stesso Conte. Un concetto ribadito oggi anche dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “Non abbiamo bisogno di belle parole, ora serve lealtà”. Per il titolare agli Affari europei Enzo Amendola inoltre, “quello che manca in Europa è una reazione della politica per il rilancio dell’economia. Su questo noi come governo non possiamo arretrare”. Il clima è e rimane molto teso, anche se alla fine tutti i leader (compresa l’Italia) hanno deciso di prendersi altro tempo per cercare di ricucire. Chi invece chiede una rottura definitiva è il leader della Lega Matteo Salvini: “Altro che ‘unione’, questo è un covo di serpi e sciacalli“, ha dichiarato in un’intervista ad Affaritaliani.it. “Prima sconfiggiamo il virus, poi ripensiamo all’Europa. E, se serve, salutiamo. Senza neanche ringraziare”.

Sassoli: “I governi si rendano conto che l’Europa non uscirà da questa crisi come è entrata”
Molto duro è stato il commento del presidente del Parlamento Ue. Proprio Sassoli, nei giorni scorsi, si era già schierato in favore di “misure straordinarie” e aveva criticato “le parole superficiali” di Christine Lagarde sugli iniziali temporeggiamenti della Bce. “Ora abbiamo due settimane di tempo per lavorare”, ha detto oggi il presidente del Parlamento Ue, “sperando che si sciolgano le riserve e vengano date risposte. Ci sono le istituzioni europee che stanno combattendo per difendere i nostri cittadini, le nostre vite e la nostra democrazia nessuno può uscire da solo da questa emergenza”. Proprio ieri notte infatti, i capi di governo hanno deciso di rinviare ogni decisione di altri 15 giorni: un tempo molto lungo e che sarà fondamentale per trovare una strategia, se possibile, condivisa. “Per questo la miopia e l’egoismo di alcuni governi va contrastata“, ha aggiunto ancora Sassoli. “Abbiamo bisogno che i nostri Paesi spendano tutto quello che debbono spendere. Per fare questo serve uno strumento comune per garantire il debito. Deve crescere rapidamente tra i nostri governi la coscienza che l’Europa non uscirà da questa crisi come è entrata. C’è ancora una consapevolezza troppo bassa di questo. Le Istituzioni europee lo hanno capito. E’ ora che lo capiscano anche i governi”, ha concluso il presidente dell’europarlamento.

Di Maio: “Senza un’azione decisa non ci risolleveremo”
Tra i primi a intervenire in sostegno della linea dura di Conte c’è stato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Se già ieri sera, a consiglio europeo ancora in corso, aveva appoggiato le parole del premier, oggi è intervenuto con un lungo post su Facebook: “Ci aspettiamo lealtà da parte dei partner europei”, si legge. “La parola lealtà per noi ha un peso importante. Ci aspettiamo che l’Europa faccia la sua parte. Anche perché delle belle parole francamente ce ne facciamo poco”. Perché, ha detto ancora, “siamo consapevoli che se non interveniamo in maniera decisa, non risolleveremo la nostra economia. E questo non possiamo nemmeno immaginarlo. Abbiamo detto agli altri Stati membri che l’Italia spenderà tutti i soldi necessari per dare aiuto ai nostri cittadini, non è questo il momento di tener conto di parametri, scartoffie e burocrazia“.

Di Maio non è solo. Anche gli altri ministri M5s hanno espresso la stessa linea. “Sarebbe pericolosissima per il sistema Paese la mancata adozione di veri Eurobond o strumenti di condivisione di debiti e rischi a livello comunitario”, ha dichiarato il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli. “Questo virus non conosce confini, non valuta i bilanci e non premia i ‘presunti virtuosi’ dell’Eurozona. Dunque lasciamo da parte i campanilismi, le superiorità morali ed economiche – che peraltro non esistono né sono mai esistite – tra Nord e Sud Europa, e affrontiamo questa emergenza come una vera comunità”. Così anche per la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo secondo la quale, “se siamo in un Europa unita si deve andare avanti insieme”.

Pd: “Serve uno sforzo comune”. La dem Ascani: “Europa a un bivio cruciale”
Anche il Partito democratico si è espresso in queste ore in sostegno di quanto rivendicato dal premier Conte. “Gli Stati membri dell’Unione Europea ce la faranno a contrastare le terribili conseguenze solo con uno sforzo comune”, ha detto il responsabile economica del Pd Emanuele Felice. “Sono purtroppo le logiche sovraniste che stanno azzoppando l’Unione. Come ha sottolineato Mario Draghi, la strada da percorrere è quella di mettere da parte le rigidità del debito”. E ha chiuso: “Per questo motivo gli strumenti finanziari europei del passato devono essere adeguati al contesto attuale, mai conosciuto fino ad oggi, di una pandemia mondiale”. Per la viceministra dem Anna Ascani l’Ue è di fronte a un bivio: “La mia generazione è cresciuta con il sogno degli Stati Uniti d’Europa. Siamo nati italiani, ci sentiamo europei. In queste ore l’Europa è a un bivio cruciale e non può permettersi di imboccare la strada sbagliata”.

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Coronavirus, questa è l’ultima chiamata all’Unione europea contro gli opposti sovranismi

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