Una ipotesi che ora, dati e date alla mano e passati ormai quasi 14 giorni, sembra una certezza. “La partita di Champions Atalanta-Valencia del 19 febbraio è stato un megafono per la diffusione del contagio da coronavirus nella bergamasca. Per seguirla, quasi 50.000 tifosi sono andati da Bergamo a Milano, stando a stretto contatto in pullman, treni, autogrill, ristoranti e pub. A dircelo è la cronobiologia degli eventi. L’esplosione dei contagi c’è stata 14 giorni dopo il match”. Una partita storica, giocata a San Siro, che aveva fatto festeggiare un’intera città, qualche giorno che si rivelasse il primo caso di Alzano Lombardo e poi tutti gli altri.

A spiegare all’Ansa cosa potrebbe aver determinato gli ampi numeri che vediamo oggi in Lombardia, è Francesco Le Foche, responsabile del Day Hospital di immunoinfettivologia, al Policlinico Umberto I Università La Sapienza di Roma. “Non ci sono dimostrazioni scientifiche che vi sia una mutazione del virus che lo rende più aggressivo e neppure ci sono prove attendibili dell’influenza del Pm10. Quello che invece possiamo dire per spiegare i numeri – prosegue l’immunologo – è che l’area intorno a Bergamo è molto industrializzata ed esposta a maggiori scambi con l’Europa. Questo altissimo tasso di contatti, anche internazionali, potrebbe aver favorito, già a inizi di gennaio, una prima diffusione del virus, preso inizialmente in scarsa considerazione in quanto quasi considerato ‘un problema cinese’è”. La circolazione del virus, conclude, “ed è stata poi enfatizzata con la partita di calcio Atalanta-Valencia. Dopo due settimane, c’è stata un aumento esplosivo del contagio. Ora passati 30 giorni, si inizia a vedere una riduzione significativa dei nuovi casi”.

Che il match potesse essere stato un amplificatore di Sars Cov2 è opinione anche di altri scienziati anche se per Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di Sanità, “in questo momento è abbastanza difficile da analizzare”. Certo è che nei giorni scorsi era stata diffusa la notizia che il 35% dei giocatori della squadra spagnola è risultata positiva. Il 1 marzo poi la squadra di Bergamo era stata ospite del Lecce. I tifosi era stati controllati, gli era stata misurata la febbre. Ma purtroppo come abbiamo imparato tutti anche gli asintomatici possono trasmettere il virus come tutti gli altri. Ed è per questo che sono scattati gli inviti prima e gli obblighi poi al distanziamento sociale.

Articolo Precedente

Coronavirus, il calcio italiano sfrutta l’emergenza come scusa per ottenere adesso ciò che lo Stato non ha concesso in passato

next