Un’altra giornata molto nervosa per Piazza Affari, che ha chiuso con l’indice Ftse Mib in calo dell’1,27% a 15.120 punti dopo aver provato nel pomeriggio anche una breve escursione in terreno positivo. Lo spread fra il Btp e il Bund chiude in calo a 267 punti base dai 279 della chiusura di ieri, dopo essere volato oltre i 320 punti base. Il tasso sul titolo decennale del Tesoro si attesta al 2,42%. Grazie soprattutto all’allentamento della tensione sui Btp, è stata comunque una seduta meno pesante per Milano rispetto alle altre Borse europee: Parigi è stata la peggiore della giornata con un calo finale del 5,9%, seguita da Francoforte (-5,5%), con Londra che ha chiuso in ribasso del 3,9%. Va molto peggio a Wall Street: gli investitori non credono che le misure annunciate e messe in campo da Donald Trump possano bastare a salvare l’economia americana. Dopo una giornata in cui è scattata nuovamente la sospensione degli scambi per 15 minuti, la borsa di New York chiude in forte calo. Il Dow Jones perde il 6,28% a 19.903,64 punti, il Nasdaq cede il 4,70% a 6.989,84 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno il 4,86% a 2.406,17 punti.

I movimenti dello spread – La giornata è stata caratterizzata da violenti movimenti sui Btp. Dopo l’ondata di vendite della mattinata, con il tasso del decennale italiano schizzato in area 3%, i rendimenti hanno fatto marcia indietro al 2,42%. Stesso discorso per lo spread sceso fino a 267 punti base, addirittura in calo rispetto a martedì mentre in giornata si era spinto fino a 330 punti base, sui massimi dal lontano 2013. Lo spread si è raffreddato anche grazie ai rumor secondo cui Bankitalia starebbe acquistando i bond italiani per conto della Bce.

A far scattare le vendite, invece, era stato il sell-off globale sui bond sui timori di un’esplosione generale dei debiti pubblici per contrastare l’emergenza Covid-19. Ma anche le parole del membro Bce e governatore della banca centrale austriaca, Robert Holzmann, che ha detto che la politica monetaria della banca centrale europea ha raggiunto il suo limite. È stata necessaria una replica: la Bce, riporta il comunicato, “è pronta a modificare le misure adottate nel caso in cui dovesse rendersi necessario per salvaguardare le condizioni di liquidità nel sistema bancario e garantire la trasmissione regolare della politica monetaria”. Indicazioni simili sono arrivate da Isabel Schnabel (membro del comitato esecutivo Bce), che ha fatto sapere che l’Eurotower è pronto a fare tutto ciò che rientra nel suo mandato per contrastare la turbolenza dei mercati che sta disturbando la trasmissione monetaria.

La seduta a Piazza Affari – Nonostante il blocco delle vendite allo scoperto della Consob per tutti i titoli a partire da oggi, Milano non è riuscita a contenere il calo. In negativo però sono tutte le borse europee. L’emergenza coronavirus continua infatti a pesare su tutti i listini del Vecchio Continente, malgrado anche le autorità di vigilanza di Francia e Spagna abbiano preso misure eccezionali analoghe a quelle della Consob. A Piazza Affari è stata un’altra seduta all’insegna della volatilità, con il Ftse Mib penalizzato dall’andamento dello spread e dal crollo messo a segno dal greggio.

Una delle performance peggiori è stata registrata da FCA (-10,85%) che, a livello di gruppo, a febbraio ha fatto registrare un calo delle immatricolazioni europee del 7% a 100.261 unità. Andamento speculare per Telecom Italia (+9,94%) e Campari (+10,66%). Sulla prima, Equita Sim ha confermato il “buy” con prezzo obiettivo che passa da 0,64 a 0,52 euro (oggi il titolo ha chiuso a 0,3594 euro) mentre Campari, che negli ultimi tre mesi ha perso oltre 30 punti percentuali, rappresenta, a detta di molti analisti, il classico titolo eccessivamente penalizzato dalle ultime ondate di vendite.

Il Brent ai minimi dal 2003 – Seduta decisamente turbolenta infatti anche per il petrolio Brent (-10,26% a 27,28 dollari il barile), ai minimi dal 2003. Andamento simile anche per il benchmark statunitense, il WTI, che ha toccato livelli che non si vedevano da 18 anni a 22,78 dollari. Per il secondo trimestre, gli analisti di Goldman Sachs stimano un calo a 20 dollari. Nella settimana al 13 marzo gli stock di greggio statunitensi sono aumentati di 1,95 milioni di barili. Lo ha annunciato l’EIA (Energy Information Administration), la divisione statistica del Dipartimento dell’Energia Usa.

Male anche le asiatiche – Giornata difficile anche per i listini di Asia e Pacifico, ancora una volta legata agli effetti della diffusione del coronavirus. I listini orientali hanno scontato il calo delle esportazioni dalla Cina al Giappone che in febbraio si sono dimezzate, bloccando di fatto le attività manifatturiere. Tokyo ha ceduto l’1,68%, Shanghai l’1,83% e Taiwan il 2,34%. Più pesanti Seul (-4,86%) e Sidney (-6,43%), legata al prezzo delle materie prime che, a parte l’oro e il minerale, hanno segnato nuovamente il passo. Sotto pressione anche Hong Kong (-3,61%) e Mumbai (-3,94%), ancora aperte.

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