La corsa dei ricercatori per lo studio di Sars Cov2 è inarrestabile. È stato fatto un altro passo avanti dagli scienziati australiani – tra i primi a isolare il virus fuori dai confini cinesi – che hanno osservato le capacità dell’organismo di combattere il virus e guarire dall’infezione. I ricercatori del Peter Doherty Institute for Infection and Immunity di Melbourne – che stanno già testando un vaccino sui topi – hanno mappato le risposte immunitarie di una tra i primi pazienti diagnosticati con il coronavirus e poi guariti in Australia e i dati raccolti permetteranno di valutare l’efficacia di possibili vaccini, secondo la capacità di imitare la risposta immunitaria dell’organismo. Un caso non grave di Covid 19.

Nello studio pubblicato su Nature Medicine i ricercatori del Doherty Institute – joint venture tra l’Università di Melbourne e l’ospedale Royal Melbourne – riferiscono nelle varie fasi sulla risposta del sistema immunitario della paziente, una donna di 47 anni tornata da Wuhan in Cina con sintomi come letargia, mal di gola, tosse secca e febbre, da cui i medici avevano prelevato e testato campioni di sangue in quattro diversi tempi prima e dopo la guarigione. “Abbiamo esaminato l’intera gamma della risposta immunitaria della paziente, utilizzando le conoscenze acquisite in molti anni nello studio delle risposte immunitarie nei pazienti ricoverati con influenza”, scrivono gli studiosi.

“Dopo tre giorni, abbiamo individuato l’emergenza di una forte popolazione di cellule immunitarie, un segnale di recupero già individuato durante l’infezione influenzale stagionale. Abbiamo quindi previsto che la paziente era in via di guarigione, e così è stato. Abbiamo dimostrato che anche se il Covid 19 è causato da un nuovo virus, in una persona altrimenti sana una risposta immunitaria robusta è stata associata al recupero clinico, simile a quanto abbiamo osservato nella comune influenza“.

È ancora presto per dire se contrarre il Covid 19 una volta conferisca immunità da una ricaduta, precisano gli studiosi. “Sappiamo che possiamo generare risposte immunitarie al virus. La prossima questione è se la risposta immunitaria conferisce immunità, e per quanto tempo. Speriamo ora di espandere lo studio a livello nazionale e internazionale per capire perché alcune persone muoiono per Covid-19 e altre no, e per sviluppare risposte rapide anche a futuri virus emergenti”.

Lo studio su Nature

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