In Sicilia la situazione è già critica dopo i primi casi di persone positive al Coronavirus. Nonostante siano infatti solo 19 i pazienti ricoverati (soltanto uno in terapia intensiva) a fronte di 54 casi accertati – stando ai dati diffusi oggi dall’assessore alla Salute Ruggero Razza – si stanno già esaurendo i posti per l’isolamento negli ospedali dell’isola. Una situazione prevedibile considerando la situazione di emergenza sanitaria delle strutture sanitarie siciliane, dove ci sono 252 posti letto in reparti di Malattie Infettive. Di questi, però, solo il 25% è in isolamento: sono però concentrati soprattutto nella provincia di Catania e quasi del tutto già saturi. Per questo motivo si è deciso adesso di far uso dei posti nei reparti di Terapia intensiva. Ad oggi in Sicilia sono 346 i letti di questo tipo, ma appena 50 sono quelli diponibili in isolamento, cioè gli unici in grado di accogliere i pazienti affetti da Coronavirus. Al momento solamente un posto è occupato (in via precauzionale) da una persona affetta da Covid-19, in una situazione che però rimane critica come denuncia anche il sindacato Ugl Sicilia, in previsione dei possibili contagi.

Considerando le condizioni attuali della sanità e i posti già occupati, dunque, secondo i medici, sono meno di cento i casi che potrebbero essere trattati. La situazione limite di questi reparti – che ha spinto l’assessore Razza a chiedere un intervento della Protezione civile per un investimento di circa venti milioni – si registra a Enna, che conta in Terapia intensiva appena 6 posti e a Caltanissetta con 12 posti. Anche nelle altre zone dell’isola i numeri non sono incoraggianti: 16 posti a Ragusa, 18 a Siracusa, 13 a Trapani e 16 a Messina. Un numero basso se si considera che potenzialmente il dato siciliano è in espansione. Negli ultimi giorni almeno 7mila persone sono tornate in Sicilia dalle regioni della cosiddetta “zona rossa”. Il numero è relativo solo ai siciliani che si sono registrato sul portale online creato ad hoc dalla Regione. Ma è probabile che non tutti gli emigranti di ritorno si siano auto denunciati alle autorità.

Poi ci sono i casi legati a pazienti autoctoni. All’ospedale Giovanni Paolo II di Sciacca, dopo che un medico è risultato positivo al Covid-19, circa 70 persone – tra pazienti, familiari del medico, ausiliari ospedalieri e infermieri – hanno dovuto sottoporsi al test: dieci i positivi al tampone. “Le persone contagiate sono in quarantena ma per precauzione consiglio anche agli altri di rimanere a casa in isolamento”, ha detto la sindaca di Sciacca Francesca Valenti. Uno dei contagiati, un 85enne con altre patologie, è stato ricoverato a Enna visto che a Caltanissetta, dove si trova al momento, non ci sono posti in Rianimazione. Ad Agrigento, infatti, non esiste un reparto di Malattie infettive, mentre i posti in Terapia intensiva sono solamente 16. Posti in esaurimento anche all’ospedale Cervello di Palermo, dove un camionista di 55 anni, proveniente dal nord dell’Italia, è risultato positivo, ma ha dovuto attendere quasi un’intera giornata tra la tenda del Pre-triage e l’ambulanza in attesa che si liberasse un dei sette posti del reparto Malattie infettive.

Intanto, vista l’emergenza, la Regione ha chiesto 20 milioni di euro alla Protezione civile per incrementare il numero dei posti letto, soprattutto in quelle province che oggi ne sono completamente sprovviste (Agrigento-Enna). Mentre entro marzo potrebbe arrivare a 456 unità (110 in più) il numero di posti letto nei reparti di Terapia Intensiva. Intanto le misure per chi è arrivato dalle zone del nord Italia sono state intensificate. Il governatore della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha imposto la quarantena obbligatoria per tutti coloro che sono arrivati arrivati in Sicilia dalle zone rosse dal 25 febbraio: “Hanno il dovere di informare il medico di base e porsi in autoisolamento – ha detto il presidente della Regione – Ognuno faccia la propria parte. Se tutti manteniamo la calma e il senso di responsabilità, riusciremo a gestire e a superare questo particolare momento”.

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