Camera e Senato lavoreranno a ranghi ridotti per limitare le possibilità di contagio dovute all’emergenza coronavirus. I gruppi di maggioranza e opposizione a Montecitorio hanno trovato un accordo per ridurre le proprie presenze facendo scendere il numero di Deputati a 350, rispettando le proporzioni, evitando di richiamare quelli residenti nelle “aree a contenimento rafforzato”. Provvedimento simile a quello preso dai colleghi di Palazzo Madama che mercoledì si riuniranno per votare lo scostamento di bilancio dal 2,2% al 2,5% del rapporto deficit/Pil in 161, anziché 320.

Camera, Fico: “Non possiamo fermare i lavori”
L’accordo informale trovato dai Deputati è stato proposto dal presidente dell’Aula, Roberto Fico, e votato quasi all’unanimità, in seguito a una mediazione che ha coinvolto tutti i gruppi parlamentari e alle più stringenti contromisure per combattere l’epidemia contenute nel decreto della Presidenza del Consiglio sul Covid-19.

Inoltre, i Questori di Montecitorio hanno anche invitato i responsabili dei vari servizi ospitati a Montecitorio ( banca, ufficio postale, agenzia Carlson Wagonlits, tabaccheria) a “limitare la presenza dei dipendenti presso i rispettivi uffici alle sole unità necessarie per assicurare esigenze inderogabili”. Stesso discorso, con l’invito a ridurre le presenze solo a quelle strettamente necessarie, per la stampa parlamentare e per le imprese appaltatrici, con l’eccezione però dei servizi di pulizia. Stop, inoltre a “tutte le conferenze stampa già previste, al fine di evitare possibili assembramenti”.

Fico ha motivato la decisione spiegando che “il Parlamento non può fermarsi, abbiamo dei doveri nei confronti dei cittadini italiani. Così abbiamo definito questa modalità straordinaria dovuta all’emergenza attuale e che speriamo di dover adottare il meno possibile. Ringrazio le opposizioni per la serietà e la disponibilità. Medesimo ringraziamento va anche alla maggioranza”.

Contrari alla decisione i Senatori Gregorio de Falco, Luigi Di Marzio, Elena Fattori e Paola Nugnes del gruppo misto che hanno inviato una mail a tutti i deputati e senatori, per affermare che la decisione “sia pure dettata da buona volontà e da una situazione di chiara eccezione” è “incostituzionale” e non accettabile, in quanto creerebbe un “precedente pericoloso”.

Senato, ogni gruppo può avere solo 6 membri contemporaneamente in Aula
Anche la conferenza dei capigruppo di Palazzo madama ha portato a un risultato simile. Nell’Aula del Senato saranno ammessi nello stesso momento solo 6 senatori per gruppo, mentre le commissioni lavoreranno solo per atti legati all’emergenza coronavirus, salvo ulteriori comunicazioni dei capigruppo. La conferenza ha anche richiesto entro la serata di lunedì la lista di membri che sono stati in contatto con i governatori del Piemonte, Alberto Cirio, e del Lazio, Nicola Zingaretti, risultati positivi al test.

A votare lo scostamento di bilancio, mercoledì, saranno così appena 161 senatori, il numero necessario per poter approvare il provvedimento. Un via libera che appare scontato.

“È un momento difficile che riguarda tutta la Nazione – ha dichiarato la presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati -, da affrontare con buon senso e responsabilità nell’auspicio di ritornare nel più breve tempo possibile alla normalità. Il Senato, anche nell’emergenza, farà la sua parte, garantendo la continuità legislativa”.

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