Per anni Riot Games ha avuto, nonostante il plurale del nome, un solo gioco nel suo portfolio: League of Legends, titolo in grado di raccogliere centinaia di milioni di giocatori nel mondo e che ha dato i natali al genere “MOBA”; lo scorso anno però, in occasione del decimo anniversario della sua prima creatura, ha annunciato di essere al lavoro su nuovi titoli tra cui Legends of Runeterra, un gioco di carte rilasciato in open beta poco più di un mese fa, ed uno sparatutto competitivo in prima persona con il nome in codice Project A.

Nella giornata di ieri l’azienda americana ha iniziato a togliere i veli a Project A, annunciando l’arrivo per quest’estate di Valorant, uno sparatutto tattico in prima persona pensato in ottica competitiva che vedrà nelle partite affrontarsi due team da 5 giocatori, al meglio di 24 round, alternandosi nel ruolo di attaccanti e difensori, ricordando su questo versante sia Counter Strike di Valve che RainbowSix Siege di Ubisoft.

Il nuovo titolo di Riot, a differenza di Legends of Runeterra, non è ambientato nello stesso universo di League of Legends, ma vede l’azienda americana impegnata in un nuovo filone narrativo ambientato sulla Terra in un futuro prossimo, dove i player andranno ad impersonare in partita uno degli Agenti, i personaggi di gioco ognuno con abilità uniche (oltre ad alcune acquistabili ad inizio round), rappresentanti paesi e culture differenti.

Ma in Valorant le abilità degli Agenti assolveranno principalmente funzioni di supporto, lasciando al gunplay il ruolo di fulcro del gioco: saranno le abilità con le armi dei giocatori a determinare il risultato di uno scontro, vedendo un miratore più abile anche con un’arma meno potente, come una pistola, avere le maggior probabilità di vittoria contro un player inesperto anche se dotato delle armi più potenti, come un fucile da cecchino, presentando un time to kill molto basso (i colpi alla testa saranno quasi sempre letali, mentre con un fucile non dovrebbero servire più di 4 colpi a segno per stendere l’avversario). L’arsenale a disposizione dei player sarà vario, vedendo ciascuna arma avere diverse situazioni in cui si possono rivelare più o meno ottimali e diverse curve di apprendimento per essere gestite nel modo migliore; le armi, che non saranno vincolate all’agente in uso, andranno acquistate all’inizio di ogni round, in assenza di ulteriori dettaglio ipotizziamo in modo simile a quanto avviene su CS:GO.

Per garantire a Valorant un alto livello di rigiocabilità, Riot Games ha coinvolto nella creazione delle mappe alcuni dei principali esperti nel campo, offrendo campi di battaglia che permettono l’uso di strategie e composizioni di squadra differenti. Al momento non è ancora nota la quantità di mappe che sarà disponibile al lancio del titolo quest’estate.

Sul versante tecnico Riot Games promette di offrire una delle migliori esperienze competitive grazie a server con 128 di tickrate, ossia in grado di processare e scambiare informazioni aggiornate con i client dei player 128 volte al secondo, supportati da connessioni che, grazie ad accordi tra l’azienda ed i principali internet provider, dovrebbero garantire latenze inferiori ai 35ms ad almeno il 70% dei player mondiali. A supporto dei player su Valorant saranno disponibili vari meccanismi anti-cheater che puntano ad impedire l’applicazioni da parte di player scorretti delle più comuni tecniche di cheating, vedendo un sistema di “Nebbie di Guerra” ad esempio contrastare i wallhack non comunicare ai client le posizioni dei player avversari che attualmente non potrebbe essere visti, oltre ad implementare alcuni sistemi già sperimentati su League of Legends ed una nuova piattaforma di rilevamento delle scorrettezze denominato Vanguard che una volta scoperto un cheater chiude la partita senza dare penalità agli altri giocatori.

Uno dei punti di forza di League of Legends, il primo gioco di Riot, è sempre stata la sua ampia compatibilità che gli permette di essere giocato senza eccessivi problemi anche su PC non pensati per il gaming, ed anche con Valorant l’azienda statunitense ha pensato di utilizzare la stessa filosofia: la configurazione minima richiesta per giocare a 30fps vede una CPU Intel i3-370 ed una GPU Intel HD3000 (integrata nel processore), corrispondente ad un notebook di fascia medio-bassa di fine 2010; puntando ai 60fps i requisiti minimi salgono ad un processore Intel I3-4150 ed una scheda grafica NVIDIA GT730 (componenti di fascia bassa del 2013-2014), mentre per andare oltre i 144fps si passa ad una più potente (ma non recente) CPU Intel i5 4450 ed una GPU NVIDIA GTX1050TI.

Valorant sarà disponibile quest’estate gratuitamente, vedendo il titolo supportarsi come League of Legends mediante la vendita di oggetti cosmetici. Nei prossimi mesi, con l’avvicinarsi della data di rilascio effettiva – ancora non nota- Riot svelerà maggiori dettagli sul gioco.

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