“Riconosciamo che non basta scusarsi per l’immagine associata al logo della nostra compagnia” che non riflette “i valori di questa azienda o dei suoi dipendenti. Siamo profondamente rammaricati per il dolore che possiamo aver causato”. Con queste parole la compagnia petrolifera canadese X-Site Energy Services cerca di chiudere il capitolo legato a quella che la stessa azienda ha definito un’azione “irresponsabile”, ossia la realizzazione di alcuni adesivi che raffiguravano la giovane attivista Greta Thunberg, fondatrice del movimento globale dei Fridays For Future, con un’immagine fumettistica violenta a sfondo sessuale.

LA RISPOSTA DI GRETA – Uno scivolone di livello planetario, che difficilmente potrà essere cancellato. Intanto perché le scuse dell’azienda sono arrivate a quattro giorni dalla prima denuncia e dopo la reazione della stessa 17enne svedese. “Stanno cominciando ad essere sempre più disperati. Questo dimostra che stiamo vincendo” ha twittato. Negli ultimi mesi l’attivista ha dovuto rispondere sui social a ripetuti attacchi. Lo scorso ottobre, proprio in Italia, era comparso un fantoccio appeso a un cavalcavia di Roma, con la scritta Greta is your god, che la sindaca Virginia Raggi aveva definito “vergognoso”.

LE GIUSTIFICAZIONI DELL’INGIUSTIFICABILE – Questa volta, mentre la società rassicura che è in corso la raccolta di tutti gli adesivi con l’obiettivo di distruggerli, c’è da fare alcune riflessioni. Secondo le dichiarazioni ufficiali, l’idea sarebbe partita da un responsabile della compagnia con sede ad Alberta, la cui intenzione era quella di attaccare questi adesivi ai cappellini dei propri dipendenti nell’ambito di una campagna promozionale. Non solo. A denunciare per prima l’accaduto è stata l’attivista canadese Michele Narang che, intervistata dall’HuffingtonPost, ha raccontato di aver chiesto spiegazioni al general manager della X-Site, Doug Sparrow. La risposta, racconta l’attivista, è stata: “A 17 anni, Thunberg non è più una bambina”. Sarà, ma in Canada la diffusione di immagini esplicite di minori è considerata un reato pedopornografico (si rischiano fino a 14 anni di carcere). Lo ricorda il sito di change.org, dove la petizione per chiedere le dimissioni dei vertici di X-Site ha raggiunto in tre giorni 14mila firme. Sul punto, però, dall’azienda non arrivano notizie. Si limitano a dire che sono impegnati nel ridurre l’impatto ambientale dell’azienda e che intendono “imparare dal proprio errore”.

TANTO RUMORE, NESSUN PROVVEDIMENTO? – Il ministro della Provincia di Alberta per le donne, Leela Aheer, ha definito l’adesivo “completamente deplorevole, inaccettabile e degradante”. Il premier della provincia Jason Kenney ha ringraziato chi ha denunciato “questa odiosa immagine e il messaggio che contiene”. Per il ministro per l’Energia di Alberta Sonya Savage si tratta di una vignetta “completamente inaccettabile”. FridaysForFuture Canada parla di “misoginia, pedofilia e violenza usate come arma”. E aggiunge: “Sì, sono disperati”. Una mozione di condanna è stata presentata al parlamento canadese. Tuttavia per la Royal Canadian Mounted Police quell’adesivo non può essere considerato pornografia infantile.

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