L’emergenza Coronavirus con l’individuazione di un focolaio in Lombardia e un morto in Veneto sembra aver scatenato una polemica a distanza tra scienziati. Da un parte Roberto Burioni, professore di Microbiologia e Virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e dall’l’atra Giuseppe Ippoolito, direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani di Roma. “Le misure sono state tempestive, chiunque dice che abbiamo sbagliato lo fa in malafede o perché ha un post sul quale vende spazi pubblicitari o perché cerca di guadagnare risorse. Purtroppo – dice Ippolito dal palco dell’assemblea Pd – ci sono persone che usano questo modello di allarmismo quando lo fanno per cose buone, tipo i vaccini, ma anche quando provano a screditare l’operato delle istituzioni e del governo. Bisogna essere coerenti”. Questa mattina in un post su Facebook Burioni, che nei giorni scorsi ha continuato a chiedere la quarantena per chiunque rientrasse dalla Cina, scriveva: “Il vertiginoso aumento del numero di casi confermati in Italia non deve lasciarci spiazzati. È anche l’effetto delle misure messe in atto per contrastare il virus“.

“Molti pensano che andare in tv sia lo strumento per parlare, per aumentare visibilità, ci sono tanti miei colleghi che pagano per andare in tv, perché questo gli permette di prendersi 400-500-600 euro di visita o portare i pazienti in visita privata distogliendoli dal servizio pubblico – ha premesso Ippolito – Abbiamo visto pseudoscienziati dire ‘non serve il controllo termic0’. No, non è il cento per cento, ma cos’è il cento per cento? La scienza è fatta di incertezze, di probabilità. Non è più il momento di giocare in una situazione di emergenza con procedure inutili. Siamo in guerra con un virus che vogliamo combattere, che dobbiamo paragonare al modello dell’influenza, ma abbiamo una responsabilità sociale. Ci vuole correttezza intellettuale, che non si cavalchi l’onda ma che si lavori su quelle misure messe in atto oggi, che vengono strette di giorno in giorno; ognuno di noi dovrà perdere un po’ della propria libertà individuale”.

Durante la conferenza stampa in ospedale Ippolito aveva ancora invocato il buon senso: “È un momento di preoccupazione per il Paese, ci aspettavamo pochi casi. Ma c’è un messaggio di speranza. Queste persone sono state gestite tempestivamente e stanno bene. Non bisogna premere sull’allarmismo. È una malattia non mortale, la ricerca fa grandi passi avanti. Il sistema funziona, il Paese regge.È stato deciso di fare scelte coraggiose come la chiusura dei voli. Non bisogna farsi prendere dall’allarmismo. Il modello messo in atto dalla Regione Lazio è efficace”.

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