“La corruzione è un fenomeno criminale e sociale di notevoli dimensioni. Anche il Papa spesso ha affrontato il tema con parole durissime e spietate. Ha detto che ‘i politici corrotti sono putredine verniciata’ e che ‘la corruzione come gravità viene subito dopo la tratta delle persone’. E poi ha parlato della sanzione ‘essa è come una rete che cattura solo pesci piccoli e lascia i grandi nel mare'”. Così Gian Carlo Caselli, ex magistrato intervenendo al convegno in Senato ‘Uniti contro la corruzione’, usa le parole di Papa Francesco per parlare di corruzione, ma anche di ‘Spazzacorrotti’, al suo primo anniversario, e della nuova norma sulla prescrizione, entrambe volute dal ministro Alfonso Bonafede. “Per un serio contrasto alla corruzione e alla riduzione dei suoi costi, fondamentali sono una buona legge anti-corruzione e un processo che funzioni e una prescrizione che non vanifichi tutto. Perdonatemi una boutade, se preferite una provocazione, che consiste nel dire che le citazioni che ho appena letto non contraddicono le linee guida della politica che fa capo al ministro Bonafede e che si è espressa con la legge ‘spazzacorrotti’ e la nuova normativa sulla prescrizione”, dice ancora Caselli. E, continuando a citare il Papa aggiunge: “‘Se parliamo dei costi dei corrotti politici o economici chi paga per questo?'”, perché, “oltre a essere una tassa occulta”, la corruzione è una “pesante sottrazione di risorse”. Sui termini usati per parlare di corruzione conclude: “Per chi osa contrastare seriamente il fenomeno non si usa più la parola ‘cretino’, come fece Crispi al tempo dello scandalo del Banco di Napoli. Oggi dire cretino sarebbe troppo, meglio parlare di ‘giustizialisti’, ‘manettari’ e ‘forcaioli’ per etichettare, svalutandoli, tutti coloro che la pensano in modo diverso dai sedicenti ‘garantisti'”.