Ripresa economica rimandata ai prossimi anni, sempre che i problemi odierni non diventino zavorre da cui è difficile liberarsi. In sintesi, è questa la previsione del presidente della Corte dei Conti Angelo Buscema, che intervenendo alla cerimonia dell’inaugurazione dell’anno giudiziario ha sottolineato la “necessità di monitorare e valutare con grande attenzione l’evoluzione del quadro di finanza pubblica, al fine di prevenire il rischio di deviazioni dal percorso di risanamento di bilancio”. Parole che erano state anticipate poco prima da un pronostico non buono per l’economia mondiale e, di conseguenza, anche italiana: “Il 2020 resterà lontano dai ritmi di sviluppo pre-crisi, e l’inizio di una ripresa viene collocato nel biennio successivo. Su questo quadro poco confortante – ha detto Buscema – si innestano impulsi imprevisti che sembrano riportare verso il basso le prospettive economiche: dalle tensioni geopolitiche agli effetti difficili da stimare del coronavirus“.

Il presidente della Corte dei Conti poi ha spiegato meglio la sua analisi e presentato le priorità che dovrebbe perseguire la politica italiana, specie in tema di sviluppo: vista la crescita e la bassa inflazione, è il ragionamento di Buscema, “i margini per la riduzione del rapporto debito/Pil si fanno molto stretti. Ciò rafforza l’esigenza di politiche di bilancio caratterizzate da un alto grado di selettività – ha sottolineato – imposta anche da una serie di urgenze che spingono verso una più efficace azione di razionalizzazione della spesa pubblica e una revisione degli strumenti e delle procedure per rimuovere i vincoli che tuttora rallentano la realizzazione dei programmi di investimento pubblico“.

Sempre in tema di investimenti, nella relazione sull’attività della Corte dei Conti è affrontata la questione delle concessioni: “Vanno accelerate le procedure per l’affidamento delle nuove concessioni”, “da svolgersi prima della scadenza delle vecchie convenzioni per la tutela dell’interesse generale e per scongiurare la stasi degli investimenti“. Non solo. Nel documento, si sottolinea la necessità di “evitare ulteriori proroghe alle convenzioni vigenti” dovute all’effetto delle proroghe di fatto per “mancato tempestivo riaffidamento della concessione”. Un parere di importanza strategica non secondaria specie nel periodo in cui il governo sta valutando se revocare o meno le concessioni ad Autostrade per l’Italia, società di cui è azionista di maggioranza la famiglia Benetton tramite Atlantia. Sempre in tema di concessioni, la Corte dei Conti ha evidenziato anche la necessità di un’amministrazione “con forti competenze e qualificazioni tecniche-professionali per negoziare con le controparti private e pervenire a una regolazione dei rapporti che tuteli efficacemente l’interesse pubblico“. Poi il rinnovato appello ad accelerare le procedure per l’affidamento delle nuove concessioni.

Tornando all’intervento del presidente dei giudici contabili, va detto che Angelo Buscema al termine del suo discorso e rivolgendosi al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è soffermato sulla questione del ricambio generazionale nel pubblico: “Appare urgente l’ingresso delle nuove generazioni in tutte le Amministrazioni Pubbliche – ha detto – Una fase di complessivo rinnovamento non è più rinviabile; non solo per aumentare l’età media, ormai ben oltre i 50 anni, dei pubblici dipendenti, non solo per i vuoti nei ruoli di tanti organi essenziali, ma perché dare lavoro a tanti giovani è ciò che occorre al Paese”. Uno degli altri mali del nostro Paese è emerso dall’intervento del procuratore generale della Corte Alberto Avoli: “È frequente imbattersi in ipotesi corruttive in tema di lavori pubblici” ha detto Avoli, evidenziando “alcune vicende relative alla non corretta gestione e/o manutenzione di impianti pubblici da parte di privati concessionari”. A questo proposito il procuratore generale ha sottolineato l’urgenza di “rendere sempre più penetrante ed effettivo il potere regolatorio dell’amministrazione concessionaria, potere esteso alla continua verifica della esatta esecuzione degli obblighi concessori. L’omissione di questa verifica – ha aggiunto – costituisce fonte di responsabilità amministrativa“.

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