Il Veneto e il Friuli-Venezia Giulia divisi dal glifosato, ovvero il diserbante utilizzato in agricoltura, soprattutto dove si coltivano le viti. Il governatore veneto, Luca Zaia, mette in guardia dal suo utilizzo, anche perché le colline del Prosecco sono da pochi mesi patrimonio dell’umanità dell’Unesco e quindi va tutelato anche il nome del Consorzio del Prosecco Docg. A pochi chilometri di distanza, oltre il confine, il Friuli Venezia Giulia sembra imboccare un’altra via, difendendo l’impiego del prodotto, il diserbante più utilizzato al mondo.

In prima linea, sul fronte friulano, troviamo la Coldiretti di Pordenone, con il presidente Matteo Zolin, che rappresenta una trentina fra le maggiori aziende vitivinicole della provincia, per metà produttrici di Prosecco. Le coltivazioni del vino con le bollicine, infatti, seguono aree morfologicamente simili, non si interrompono con i confini provinciali. Zolin difende le aziende che impiegano ancora il glifosato: “Comprendiamo le ragioni del Veneto – ha spiegato – ma al momento un’alternativa economica al glifosato non c’è. Abbiamo costituito un gruppo di studio interno all’associazione di categoria per valutare il superamento del prodotto, ma oggi tutte le altre strade possibili implicherebbero un aggravio delle spese. E noi non ce la sentiamo di imporlo ai nostri coltivatori”. Ma quali sarebbero le alternative? Prodotti con principi attivi concorrenti, oppure metodi meccanici per estirpare le piante che infestano i filari. “Ma nel primo caso si tratta di prodotti estremamente costosi – taglia corto Zolin -, nel secondo è richiesto un dispendio di mezzi e tempo”.

La reazione dei friulani è stata causata dalle parole di Luca Zaia che ha detto: “Il glifosato? Io dico assolutamente di no. È un capitolo che deve essere chiuso. Considero con amarezza e con allarme che qualche produttore consideri con nostalgia il ritorno ai fitosanitari e, dio non voglia, sulle colline del Docg”. Ovvero la “denominazione di origine controllata e garantita”, che adesso, dopo la patente dell’Unesco, sembra attirare gli appetiti di acquirenti internazionali, pronti a comprare i vigneti di un vino che è un autentico affare su scala mondiale.

Sulla stessa linea di Zaia, ma con cautela, si colloca l’assessore regionale alle Politiche agricole, il leghista Stefano Zannier, che però chiede l’intervento dell’Unione europea: “Senza una direttiva comunitaria non possiamo vietare l’uso del glifosato, un prodotto che la stessa Ue ha sdoganato almeno sino al 2022”.

Da Venezia rimbalza una reazione del consigliere regionale Simone Scarabel dei Cinquestelle. “Zaia fa bene, ma alle sue clamorose grida ormai siamo abituati. Di solito, sono parole alle quali non seguono i fatti. Vogliamo cominciare col dire che Pordenone è in Friuli-Venezia Giulia, regione governata dal suo compagno di partito Fedriga? Che ne direste di farvi una telefonata?”. Poi sfida Zaia ad appoggiare la mozione del Movimento 5 Stelle presentata in Consiglio Regionale: “Chiediamo che, come già avvenuto in Toscana, il glifosato venga bandito su tutto il territorio veneto”. Altra frecciatina: “Perché Zaia non prende le distanze, senza se e senza ma, dal rappresentante del Consorzio del Prosecco in Unesco, Lodovico Giustiniani, che all’uso del glifosato si è detto disponibile?”.

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