E’ stata la mia Prima alle Prove Aperte del Teatro La Scala. Mai visti tanti giovani nel foyer (non si vive di solo Sanremo e di X Factor), sembrava di essere a un concerto di Jovanotti, senza lo strimpellamento spacca/timpani. A esibirsi la Filarmonica diretta dal maestro Ottavio Dantone. L’incasso dei biglietti va alle Onlus, tirate a sorte, per l’infanzia bisognosa e mi dicono che gli abbonamenti alle Prove Aperte si esauriscono due ore dopo la messa in vendita.

Si comincia con quattro chiacchiere sul podio tra il direttore d’orchestra e il primo violino, una sorta di guida all’ascolto. Necessaria per un’ignorantona come me. Uno “Sturm und drang” di parole per spiegare le note. Si comincia con Schubert, ma la sua Tragica di fatto non ha nulla di tragico. Enfant prodige si cimenta nel genere Sinfonia già all’età di 16 anni ma temeva il confronto con il gigante Beethoven: “Spero di diventare qualcuno, ma chi potrà riuscire a fare qualcosa dopo Beethoven?”. A giudicare dal tutto esaurito la sua Tragica, fluttuante da un Adagio molto a un Allegro vivace, e che invece lui considerava un fallimento, è piaciuta moltissimo.. Se Schubert è stato un insicuro tutta la sua vita, non deve dimostrare niente a nessuno Haydn che quando compone la Sinfonia 104 ha 63 anni è sarà il suo testamento spirituale.

Non si respira l’ansia della prima e i musicisti hanno l’aria più decontractè. La bella violinista ha un look merlettoso/punk, il flautista veste tutte le nuance del greige alla Armani, il direttore senza lo smoking d’ordinanza ha un look scapigliato/chic. “Considero scemo un artista che dichiari di non essere stato ispirato da nessuno, io adoro aver ricevuto influssi”, Roland Petit non la pensava come Schubert e, che contrariamente al suo cognome, è un gigante della coreografia moderna. Roberto Bolle nel passo a due con Nicoletta Manni, la prima ballerina del La Scala, nel “Le Jeune homme et la Mort”, libera tutta la sua fisicità. Inseguito dalla morte nella pantomima ideata da Jean Cocteau ( Nicoletta è la lady in jaune con guanti neri assassini) è in scena insieme alle coreografie minimaliste di un altro colosso, l’olandese Hans van Manem. Bolle insofferente alla stampa che vuole frugare nella sua vita privata, una statua vivente che ribolle” di talento, alla faccia dei suoi 45 anni salta e piroetta come se ne avesse 20. Per lui che fare altro, se non ballare, non sarebbe vita.

La madre di tutte le prime: vabbè non siamo a Los Angeles, ma l’ingresso del cinema Odeon, tra red carpet, effetti speciali e travestimenti da Harley Quinn, sembrava l’ingresso del Chinese Theater di Hollywood Boulevard. Tanta roba era per la prevue di Birds of pray, il supereroe da fumetto creato nel 1994, adesso interpretato da un’esplosiva Margot Robbie, che stringe un’alleanza di ferro con l’uccello canterino, la psicopatica e la principessa mafiosa per sconfiggere il cattivo Roman che come tratto distintivo della sua malvagità spella le facce dei suoi avversari come fossero patate. Vabbè non siamo a LA, peccato ci siamo persi l’ouverture del Capri-Hollywood Festival dove direttamente dalla taverna Anema e ‘core sono volati Gianluigi Lembo con band. E tutta Hollywood si è messa a ballare la tarantella.What else?

Prevue delle prevue: Un amico straordinario si ispira a Fred Rogers, icona della televisione americana, conduttore del famoso show per ragazzi Mister Rogers’ Neighborhood. Una via di mezzo tra un Amadeus, non quizarolo, e il mago Zurlì. Il film racconta l’amicizia tra Rogers e un cinico giornalista incaricato dalla rivista Esquire di scrivere un articolo su di lui. Conclusioni: chi non vorrebbe avere un amico come Mr. Rogers al quale consegnare le proprie pene, se le prende tutte lui e porta per voi il fardello.

Chi non vorrebbe avere un editor che chiede un pezzo di 400 battute, se ne ritrova 10000 e invece di andare su tutte le furie ci fa la storia di copertina.
Chi da vegano non Mr. Rogers vorrebbe come paladino: “Non mangio nulla che abbia una madre”. Chi non vorrebbe svegliarsi la mattina sulle note di A beautiful day in the neighborhood ( tra l’altro titolo originale del film) miagolata da uno straordinario Tom Hanks (che se la cavicchia pure a cantare).
Perché i vicini sono come i parenti: non li scegli, te li ritrovi e basta.

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