“In Parlamento Italia Viva voterà contro la follia che avete fatto sulla prescrizione e senza di noi non avete i numeri in Senato e forse neanche alla Camera“. La notizia è arrivata con l’ultimo intervento della prima assemblea nazionale. E fa rumore perché è una minaccia diretta del leader del partito al governo che ha contribuito a far nascere. Matteo Renzi ha deciso di passare dagli annunci agli avvertimenti nei confronti del ministro della Giustizia Bonafede e di tutto l’esecutivo a trazione Pd-M5s. Da qui la minaccia al Guardasigilli: “A Bonafede dico fermati finché sei in tempo”. Tirato in ballo, il Guardasigilli si è preso qualche ora per replicare al leader di Italia Viva. Poi nel primo pomeriggio ha deciso di rispondere a tono dalla sua pagina Facebook: “Non accetto ricatti e minacce da nessuno. E vado avanti!”. Il responsabile di via Arenula non si è limitato a replicare, ma anche accusato duramente Renzi e confermato la linea del governo: “Ricordi che non governa più con Alfano e Verdini“, ha detto Bonafede a Renzi, ricordando anche di aver “dato disponibilità a fare tutti i vertici necessari per dialogare“. Con il Guardasigilli si è subito schierato il capo politico del M5s, Vito Crimi.

Il deputato e responsabile giustizia del Pd Walter Verini chiede invece l’intervento del premier Giuseppe Conte per trovare una mediazione tra il blocco della prescrizione dopo il primo grado già in vigore dal primo gennaio e la proposta avanzata dai democratici: “È ora di smetterla con opposte rigidità ed esibizioni muscolari sul tema della prescrizione, esibizioni che il Pd ha sempre rifiutato. Anche alla luce delle cose emerse nelle inaugurazioni dell’Anno Giudiziario diventa urgente che il Presidente del Consiglio chiuda positivamente il confronto su questo tema con una soluzione condivisa sull’inaccettabile riforma della prescrizione”. Il deputato di Forza Italia Enrico Costa, dopo aver proposto ai renziani un asse per votare la sua proposta e affossare il blocco della prescrizione, attacca Verini: “Definisce ‘inaccettabile‘ la riforma ma ha votato a favore della soppressione della nostra proposta. Speriamo che tali dichiarazioni gli siano state attribuite per errore. Diversamente vincerebbe l’Oscar della faccia tosta”. Verini, contrario alla riforma Bonafede nel suo impianto originario, sta lavorando a una soluzione definitiva sulla mediazione cominciata da tempo nella maggioranza, Maggioranza che sembrava essere vicina ad aver trovato un’intesa sul lodo Conte, ovvero la distinzione tra assolti e condannati in primo grado, a condizione di procedere velocemente verso una riforma della giustizia che accorci i tempi dei processi penali. Nella sua nota il deputato Pd conclude: “È necessario togliere al più presto di mezzo questo ostacolo, che avvelena il clima, per concentrarsi tutti su come arrivare davvero a tempi certi e ragionevoli dei processi“.

Bonafede a Renzi: “Non si è accorto di non essere più al governo con Alfano e Verdini” – “Da ministro della Repubblica ho sempre ritenuto fosse fondamentale lavorare e tenere i toni bassi, soprattutto nel rispetto dei cittadini a cui non interessano gli schiamazzi politici che tentano di colmare il vuoto dei fatti con le parole – ha scritto Bonafede – Continuo a pensarla così. Ma ci sono anche momenti in cui, senza rispondere nel merito alle provocazioni che hanno soltanto lo scopo di ricordare agli altri la propria “esistenza politica” – chiaro il riferimento del ministro ‘numeri’ di Italia Viva – vanno almeno precisate alcune minime regole per non abusare della pazienza dei cittadini”. Poi Bonafede ha ricordato di aver “dato disponibilità a fare tutti i vertici necessari per dialogare, senza pregiudizi, e per apportare miglioramenti alle varie norme sulla giustizia. Infatti – ha aggiunto – sono state vagliate e sono ancora al vaglio diverse proposte per garantire certezza e celerità dei tempi. Continuerò a farlo perché è giusto che sia così – ha continuato – Questo è l’unico metodo possibile in un governo con diverse forze politiche. Ed è un metodo che dovrebbero rivendicare e difendere tutte le forze di maggioranza“.

A questo punto, però, ecco l’attacco diretto a Matteo Renzi: “Ma sia chiaro – ha chiarito Bonafede – Non accetto ricatti e minacce da nessuno. E vado avanti! Io non credo che dobbiamo pensarla tutti allo stesso modo, ci mancherebbe – ha sottolineato – Qualcuno dovrebbe semplicemente rendersi conto di non essere più al governo con Alfano e Verdini (che, come noto, hanno una concezione della giustizia lontana anni luce dalla mia). Per troppi decenni, persone oneste di questo Paese hanno ingoiato il boccone amaro della prescrizione – ha detto ancora – simbolo di uno Stato che si rassegna rispetto alla propria incapacità di dare una risposta di giustizia in tempi celeri garantendo i diritti di tutte le parti. La riforma del processo penale (commentata quotidianamente da persone che non l’hanno mai letta) accelera questi tempi – ha concluso – Ed è su questo ‘cantiere‘ che stiamo lavorando”.

L’attacco di Renzi: “Non dite che non ve lo avevamo detto” – La dura replica di Bonafede, del resto, è arrivata dopo le parole difficilmente equivocabili di Renzi, che hanno fatto alzare di livello l’oltranzismo dei renziani contro la riforma fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle. Se nelle scorse settimane Italia Viva aveva annunciato a più riprese il suo voto a favore della misura pensata dal berlusconiano Costa per bloccare la riforma Bonafede, ora l’ex Rottamatore è arrivato allo scontro diretto, al bastone tra le ruote del Conte 2. Ascoltare per credere: “Fra le poltrone e civiltà giuridica, scegliamo la civiltà giuridica” ha detto Renzi dal palco di Cinecittà, sottolineando che non ne può “più delle polemicucce, patti chiari e amicizia lunga”. Poi l’avviso: “Non dite che non ve lo avevamo detto. Tra la barbarie e la civiltà, noi stiamo con la civiltà“.

Crimi: “Forza Alfonso. Italia ha bisogno di giustizia” – A rafforzare la presa di posizione di Bonafede è intervenuto con un post su Facebook anche il capo politico del M5s, Vito Crimi: “Forza Alfonso, siamo tutti al tuo fianco. L’Italia ha un enorme bisogno di giustizia ed equità. Valori sacrosanti, che meritano il nostro più grande impegno e misure concrete che li traducano in realtà”, ha scritto il successore di Di Maio. “La prescrizione è una delle più importanti, ed è solo una parte della riforma che stiamo portando avanti. Sapevamo che avremmo potuto incontrare forti resistenze ed è ciò che sta accadendo. Significa che siamo sulla strada giusta, sono certo che anche i cittadini ne sono consapevoli”, conclude il suo post. Al fianco di Bonafede interviene anche il viceministro allo Sviluppo Economico Stefano Buffagni: “‘Renzi stai sereno’… vuole sfidarci ed andare allo scontro? Non abbiamo paura, ed andiamo avanti a testa alta! Non tollero chi minaccia, non tollero chi, pagato dai cittadini, cerca costantemente lo scontro senza portare proposte concrete di miglioramento”, ha scritto Buffagni usando l’hashtag #IoStoConBonafede.

Orlando: “Polemica assurda, riprendiamo il confronto” – Invita ad avere un dialogo senza strappi anche il vicesegretario del Pd Andrea Orlando: “Tra Italia Viva e il ministro Bonafede si sta sviluppando un’assurda polemica a distanza che rischia di coprire le critiche ragionevoli venute dai vertici della magistratura durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario. Occupiamoci di queste e riprendiamo il confronto“, ha scritto su Twitter l’ex ministro della Giustizia, senza prendere posizione. Renzi ha chiesto che si torni proprio alla di riforma della prescrizione firmata da Orlando, ma mai entrata in vigore.

Boschi: “Nostro ‘lodo Annibali’ è ultima proposta al governo” – Sulla questione prescrizione, l’ultimatum di Italia Viva era stato chiaro sin dalla mattina con la lettura dei giornali. Nella fattispecie, da segnalare un’intervista a Maria Elena Boschi su La Stampa, che ha chiesto se la proposta Annibali, con il rinvio di un anno della riforma Bonafede sulla prescrizione, fosse l’ultima offerta? “Sì, perché ci pare una proposta di buonsenso” ha risposto la Boschi. L’ex ministro poi ha spiegato: “Abbiamo detto: sospendiamo l’efficacia di una norma che tutti dicono che non funziona e cerchiamo di approvare una riforma del processo penale che acceleri i tempi, senza sacrificare le garanzie per i cittadini. La riforma Bonafede-Salvini – ha aggiunto – è sbagliata, non lo diciamo solo noi di Iv: all’inaugurazione dell’anno giudiziario lo hanno detto migliaia di avvocati in tutta Italia, ma anche i magistrati, dal primo presidente di Cassazione ai magistrati di Milano che hanno detto che la riforma viola i principi costituzionali. Al momento – ha rimarcato – non ci sono soluzioni sul tavolo per una possibile mediazione. Per noi è una battaglia di civiltà, se c’è la possibilità di votare sul ‘lodo Annibali’ bene – ha concluso – sennò in aula a fine mese c’è di nuovo la proposta Costa (di Fi, ndr) e voteremo per tornare alle norme introdotte dal ministro Orlando durante il nostro governo”.

Renzi dà i numeri (e le date) al partito – Oltre alla minaccia al governo, nell’intervento di Renzi c’è anche altro, specie per il futuro di Italia Viva. Ancora sulla giustizia. “Il 27 parte la campagna sulla giustizia giusta e lanceremo questa battaglia con un impegno molto chiaro che assumo – ha annunciato – Se qualcuno pensa che in nome del mantenimento dello status quo del governo, noi domani mattina veniamo meno ai principi di civiltà giuridica, si sbaglia clamorosamente”. Prima, però, c’è un altro appuntamento nell’agenda di Italia Viva: “Il 14 febbraio – ha detto – siamo inguaribili romantici, sarà pronto il testo sul piano choc che consegneremo ufficialmente al presidente del consiglio e al governo”. Per quanto riguarda l’organizzazione interna di Italia Viva, l’ex premier ha fissato un’altra data: “Il 22 febbraio faremo l’assemblea statutaria, quella sulle regole – ha annunciato – Va creato un modello di partito che sia capace di tenere insieme contenuti e organizzazioni sul territorio. E servono anche i soldi”.

La campagna elettorale dei renzini per le regionali di maggio – Questo è un altro tasto dolente nel recente passato renziano: il riferimento è all’inchiesta della Procura di Firenze sulla fondazione Open, utilizzata a detta dei pm come una “articolazione di partito”. Su questo argomento Renzi ha ripetuto la sua ricetta, non senza citazione seppur non dirette: “Noi abbiamo fatto la battaglia per abolire il finanziamento pubblico. Oggi c’è una forma di impegno che le persone possono prendere con la dichiarazione dei redditi ma non basta – ha spiegato – Perché una certe serie di eventi ha criminalizzato il finanziamento privato ai partiti. Allora dobbiamo industriarci di più e nel rispetto delle leggi, spiegare che anche 5 euro di contributo servono da morire. Parleremo anche di questo all’assemblea“. Sullo sviluppo di Italia Viva, poi, Renzi ha in mente numeri ben precisi: “Il partito aprirà 100 sedi in tutta Italia e dovrà raggiungere il numero di 500mila registrati alla propria piattaforma”. Per quanto riguarda i prossimi appuntamenti elettorali, l’attenzione dell’ex Rottamatore è ovviamente concentrata su quanto accadrà a maggio, quando andranno al voto sei regioni: Puglia, Campania, Liguria, Marche, Veneto e la ‘sua’ Toscana. Proprio da qui partirà domani il camper di Italia Viva: “Girerà in tutti i comuni. Si parte da Castel Fiorentino dove il Pci aveva l’83% – ha sottolineato l’ex premier – È il primo perché dovranno essere sei (per le sei Regioni in cui si vota ndr). Io sarò a fianco di Teresa Bellanova in Puglia per le cose che ha detto”.

Costa (Fi) ai renziani: ” Affossiamo insieme legge incostituzionale” – Il messaggio di Renzi al governo Conte 2 è stato subito raccolto da Forza Italia, che tramite Enrico Costa (colui che ha firmato la proposta di legge per bloccare la riforma Bonafede) ha proposto una sorta di collaborazione ufficiale al partito dell’ex Rottamatore: “Ad Italia Viva, che oggi ha ribadito di condividere la battaglia sulla prescrizione, diamo appuntamento il 24 febbraio, quando la nostra proposta di cancellare la riforma Bonafede tornerà in aula” ha detto il deputato di Forza Italia e responsabile del dipartimento giustizia. Poi l’invito: “Se la voteranno, potremo, insieme, affossare una legge incostituzionale e dannosa, respingendo mediazioni pasticciate o soluzioni che rimandino nuovamente la palla in tribuna – ha proseguito Costa – Dopo il voto in commissione in cui abbiamo dato un segnale comune di civiltà giuridica, avremmo potuto chiudere la partita in aula, e solo grazie al dilatorio rinvio in commissione Bonafede ha preso fiato. Il 24 febbraio sarà la volta buona“.

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