Lo scorso mese di luglio un sofisticatissimo attacco hacker ha colpito 42 server dell’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite), sparsi tra gli uffici di Vienna e Ginevra, ma i team di sicurezza interni se ne sono accorti solo il 30 agosto. A rivelarlo è stata la testata The New Humanitarian, dopo essere entrata in possesso di un report riservato e destinato unicamente alla circolazione interna. Contattate da Associated Press le Nazioni Unite hanno confermato l’accaduto tramite un portavoce, tuttavia l’attacco non è mai stato rivelato pubblicamente, mettendo così a rischio, secondo alcuni esperti della protezione dei dati, anche i dati e gli individui di altre organizzazioni.

L’attacco, il più grande mai subito dall’organizzazione, è risultato così sofisticato da suggerire che si sia trattato di un’operazione di spionaggio a tutti gli effetti, probabilmente finanziata da qualche Stato rimasto però sconosciuto. In realtà al momento, stando a quanto riportato dal portavoce ONU Stéphane Dujarric, L’attacco avrebbe comportato la compromissione di diversi componenti chiave dell’intera infrastruttura, ma non è stato possibile determinare l’esatta natura e la portata dell’incidente, nonché gli scopi e gli obiettivi degli hacker.

“I danni causati da questo specifico attacco sono stati contenuti e sono state implementate ulteriori misure di sicurezza”, ha scritto Dujarric. “Tuttavia persiste la minaccia di attacchi futuri”. Ian Richards, presidente del Consiglio del personale delle Nazioni Unite, ha espresso preoccupazione per la sicurezza delle reti statunitensi. “Ci sono molti dei nostri dati che potrebbero essere stati potenzialmente hackerati, ma non sappiamo quali” ha affermato Richards.

Ma a quanto pare l’ONU non avrebbe taciuto dell’accaduto solo all’esterno. Al personale infatti sarebbe stato chiesto di modificare le password, ma nessuno sarebbe stato informato dell’enormità dell’attacco subito o del rischio che alcuni dei loro dati personali potrebbero essere stati compromessi, tra cui i dati di login. i controlli di sistema e i firewall di sicurezza. Secondo le prime stime ben 400 GB di dati sarebbero stati scaricati e, una volta ottenuti i privilegi di accesso, potenzialmente gli hacker potrebbero aver avuto accesso a qualsiasi dato.

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