“Il Piano per la banda ultralarga avrebbe dovuto essere implementato fino all’80% entro il 2020, ma se arriveremo al 40% saremmo già autori di un’accelerazione forte: oggi solo 80 comuni sono stati collaudati su oltre 6mila”. Il ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli, in audizione alla commissione lavori pubblici del Senato, ha riassunto così lo stato di attuazione del piano lanciato nel 2015 dal governo Renzi. “Riteniamo che la digitalizzazione del Paese passi per un’infrastruttura che garantisca i gigabyte”, ha commentato il ministro M5s. “Per arrivare a questo obiettivo è necessario accelerare gli interventi nelle aree bianche“, quelle cioè in cui senza incentivi un operatore privato non ha interesse a investire, “cosa che oggettivamente è in fase troppo arretrata rispetto alle previsioni”.

“Il dato peggiore riguarda i comuni completati, pari a 424 comuni su 6.237 di piano, di cui solo 103 collaudabili e solo 80 collaudati: dati che si commentano da soli”, ha spiegato il ministro, precisando che “anche sul piano spesa c’è un rallentamento rispetto all’importo complessivo”. Il Mise “sta monitorando costantemente le fasi attuative poste in essere dal concessionario OpenFiber e stiamo cercando di fare attività di moral suasion per sollecitare la realizzazione delle opere”.

“Nel 2020 OpenFiber intende imprimere una decisa accelerazione allo sviluppo dei cantieri con avvio lavori in 1.465 ulteriori comuni e con collaudi in ulteriori 900 comuni”, ha spiegato Patuanelli. “Sui 668 comuni in cui l’intervento è svolto direttamente da Infratel, con previsione di chiusura a giugno 2020, emerge che nel 78% dei comuni l’intervento è stato terminato, di cui 496 sono stati collaudati e 26 sono in fase collaudo: questo a dimostrazione che Infratel, rispetto a Open Fiber, ha attuato maggiori interventi a parità di normativa”. “E’ evidente che si deve fare di più e meglio e si deve trattare di uno sforzo corale con la consapevolezza che si tratta di un piano strategico per il Paese”, ha sottolineato il ministro. Questo perché “la sfida dei prossimi 10 anni si combatterà molto sui dati a livello industriale e di sviluppo economico”. “Pensare di essere così in ritardo sulle infrastrutture di rete – ha concluso – è tema non di secondo piano”

“Dal punto di vista delle aree grigie e nere“, quelle in cui rispettivamente c’è un solo operatore e ce ne sono almeno due, “le risorse poste in campo per il voucher sono ingenti. Forse andranno implementate ma riteniamo che questo primo passaggio sia già un ottimo viatico per raggiungere l’obiettivo di garantire a pmi, famiglie centri per l’impiego e e tutto il sistema scolastico di poter avere una connessione su banda ultralarga”.

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