“Una frase terribile, soprattutto nel Giorno della Memoria. Termini vecchi, passati, che però fanno ancora male”. Maria è una signora figlia di una staffetta partigiana che commenta così quanto ha trovato sui muri del palazzo in cui vive in Corso Casale, precollina di Torino. Una scritta di tre parole all’interno del cortile: “crepa sporca ebrea”.

Maria ha sporto denuncia e sull’episodio indaga la Digos. “Non ho mai fatto mistero delle mie origini, non ne ho mai visto il motivo”, ha detto uscendo dalla Questura di corso Vinzaglio, molto scossa. “Purtroppo il mio non è il primo caso – sostiene – e questa escalation fa riflettere. Meno male che in tante scuole gli insegnanti, e non solo, educano i ragazzi al rispetto dei veri valori della storia. È una brutta scritta, fa male. Fa tanto male…”.

Quello di Corso Casale è un altro episodio di antisemitismo dopo quello di Mondovì, dove le parole “Juden Hier”, “Qui ci sono degli ebrei” sono state scritte sulla porta della casa dove vive il figlio di una staffetta partigiana e deportata politica.

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