All’indomani della notizia di un rinnovato interesse da parte del Parlamento europeo riguardo alla possibilità di imporre a tutti i produttori uno standard unico per i caricabatterie destinati ai dispositivi mobili, Apple ha ribadito il proprio no in una dichiarazione ufficiale. Secondo il colosso californiano infatti un provvedimento di questo tipo soffocherebbe l’innovazione.
“Riteniamo che una regolamentazione che imponga la conformità attraverso il tipo di connettore integrato in tutti gli smartphone, reprima l’innovazione anziché incoraggiarla e danneggerebbe i consumatori in Europa e l’economia nel suo complesso”, ha infatti affermato Apple che poi ha citato a sostegno della propria posizione i risultati di un recente studio che ha commissionato alla Copenhagen Economics.
Dai dati emergerebbe infatti che imporre uno standard del genere costerebbe all’Europa molto di più rispetto al risparmio di spesa ottenibile migliorando cose come lo smaltimento dei rifiuti. Nel primo caso infatti si parla di ben 1,5 miliardi di euro, nel secondo “solo” di 13 milioni di euro. Infine Apple ci ha tenuto a sottolineare come sia inutile imporre uno standard proprio ora che il mercato, spontaneamente si sta già orientando verso l’adozione universale delle porte USB-C, direttamente sullo smartphone o sul tablet, oppure sul caricabatterie. La Commissione europea, dal canto suo, pubblicherà a fine mese i risultati relativi a un proprio studio sui benefici dell’adozione di un caricabatterie unico.
La battaglia sull’argomento si protrae ormai da più di un decennio, ma non è ancora approdata a nulla. Molti infatti sono i fattori in gioco di cui tener conto, anche perché, oltre alla tipologia di porta da utilizzare sui dispositivi, c’è anche la questione della frammentazione delle soluzioni di ricarica veloce, che vede in campo attualmente diverse tecnologie, per di più sviluppate da aziende terze rispetto ai produttori di smartphone e altri dispositivi mobili. Uniformare tutto insomma sembrerebbe comodo per l’utente finale, ma forse troppo complesso per quanto riguarda il mercato, vedremo nel prossimo futuro cosa deciderà di fare il Parlamento europeo.
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