Il sindaco di Riace Tonino Trifoli, simpatizzante della Lega, ha pubblicato sui social l’indirizzo di residenza e il numero di cellulare di Jasmine Cristallo, la referente calabrese delle Sardine che ieri ha organizzato una manifestazione nel paesino della Locride. Per questo motivo il primo cittadino è finito al centro di una polemica che rischia di trascinarlo in Tribunale per violazione della legge sulla privacy. Trifoli, tra l’altro, non ha nemmeno partecipato all’incontro dove, invece, c’era l’ex sindaco Mimmo Lucano. Forse è stato proprio la presenza del suo predecessore a infastidirlo, a tal punto da pubblicare sui social network i dati sensibili dell’attivista.

Poche ore dopo la manifestazione, infatti, Trifoli ha commentato su Facebook un pezzo, pubblicato dal sito “Ciavula”, dal titolo: “Un fiume di sardine a Riace”. Il sindaco leghista si è concentrato subito sui numeri della manifestazione: “Per gli organizzatori e per Ciavula 15000… in realtà 150… compresi i giornalisti”. A seguire, poi, Trifoli ha pubblicato la richiesta che Jasmine Cristallo aveva inviato alla Questura di Reggio. Una prassi che, per legge, deve seguire chi organizza qualsiasi evento pubblico. Ma quella mail, con i dati sensibili di Jasmine Cristallo, era nella disponibilità del sindaco Trifoli in quanto mandata, per conoscenza, anche al Comune di Riace.

La pubblicazione della mail senza oscurare l’indirizzo di residenza, luogo e data di nascita e il numero di cellulare della Cristallo, quindi, rischia di prefigurarsi come una violazione della privacy. A contestare per primo il sindaco di Riace è stato Leonardo Cecchi, un militante delle sardine secondo cui Trifoli “ha così esposto pubblicamente una donna, lei, che ha ricevuto insulti e minacce da parte dei sovranisti. Che è stata messa alla gogna dallo stesso Salvini”. “Roba da pazzi – ha aggiunto Cecchi – Questo è un sindaco. È un amministratore. È un rappresentante delle istituzioni. Ed ora ha messo in circolo, in rete, l’indirizzo di questa donna. Che è adesso quindi esposta a qualunque fanatico”.

“Esprimo solidarietà a nome di tutta la comunità democratica calabrese a Jasmine Cristallo – ha detto invece il commissario regionale del Pd Stefano Graziano – La pubblicazione di dati sensibili da parte del sindaco di Riace è un atto gravissimo, figlio di una logica perversa e errata che punta a esporre alla gogna dei social chi la pensa diversamente e si impegna per una società solidale. Un atto ancor più grave, non una semplice violazione della privacy, perché l’esponente del movimento delle Sardine già in passato è stata pesantemente insultata e minacciata”. La stessa Cristallo, pubblicando su Facebook la foto del sindaco, ha commentato: “Eccovi il signor Antonio Trifoli. Non l’ho mai incontrato di persona, ma tra poco succederà: in tribunale”.

Nel tentativo di giustificarsi, il primo cittadino di Riace ha parlato di svista e di errore: “La mia intenzione – ha detto all’Agi – era soltanto quella di evidenziare il numero esatto delle persone che hanno partecipato all’iniziativa e per errore ho pubblicato sul mio profilo Facebook anche l’indirizzo di Jasmine Cristallo. Stamane le ho telefonato spiegandole questo e chiedendo scusa. Non è mio costume fare certe cose, anzi sono contento quando qualcuno viene a Riace per manifestare pacificamente. Io non sono Mimmo Lucano, ma non sono né leghistarazzista come spesso mi dipingono”. Trifoli ha detto di non essere leghista ma, a dicembre, era in prima fila a Reggio per fare un selfie con Salvini.

In serata, inoltre, Trifoli ha rinnovato le sue scuse su Facebook: “Per una svista, tra i tanti commenti ad un post pubblicato dalla pagina Facebook di una testata locale, è stata per breve tempo postata una nota in cui erroneamente erano visibili alcuni dati della sig.ra Jasmine Cristallo. Il post è stato da me repentinamente rimosso – ha spiegato il sindaco – A seguito dell’accaduto, ho immediatamente porto le mie più sentite scuse alla sig.ra Cristallo. Scuse che rinnovo anche in questa sede, cogliendo l’occasione per invitarla presso il Comune di Riace a conoscerci e chiacchierare personalmente. Potrà così capire – ha concluso – di non avere davanti l’uomo che i suoi followers barbaramente le descrivono. I pregiudizi sono un male per tutti nei confronti di tutti, indistintamente. Ad maiora”. E mentre il diretto interessato ha cercato di abbassare i toni, sua sorella, Anna Maria Trifoli, li ha rialzati commentando lo stesso articolo del sito “Ciavula” sulla manifestazione delle sardine: “Un fiume di cazzate – ha scritto – Se la veridicità dei vostri articoli è direttamente proporzionale alla falsità del numero di sardine oggi presenti a Riace …cambiate mestiere ….credibilità pari a zero …Nemmeno per una frittura bastavano”.

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