A cavallo degli anni ’80 e ’90 la console war ha visto contrapporsi per anni SEGA e Nintendo, immaginare le iconiche mascotte delle case nipponiche insieme, in uno stesso gioco, era allora un’idea folle, idea che invece negli ultimi anni, in seguito al ritiro di Sega dal mercato console per concentrarsi solo sullo sviluppo dei giochi, si è trasformata in realtà; Mario & Sonic ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020 non è il primo gioco dove il riccio e l’idraulico si incrociano, ma è l’ultimo di un filone che le due case nipponiche han iniziato a rilasciare in corrispondenza dei giochi olimpici, a partire da Pechino 2008 (allora su Wii e DS), e che per la prima volta arriva su Switch.

Questa nuova edizione, oltre ai classici eventi, introduce una story mode particolarmente riuscita, che fa da scusa per mostrare al giocatore una bellissima versione a 8 bit dello stesso gioco, ispirato ai classici del passato come track and field, rubando la scena al gioco vero e proprio e rendendo sicuramente interessante quello che probabilmente sarebbe semplicemente uno dei tanti capitoli fin qui usciti. All’interno del nuovo titolo, che celebra i prossimi giochi olimpici del 2020, dunque si trovano ventiquattro giochi con una grafica tridimensionale, gradevole ma un po’ sottotono, e dieci giochi con una grafica vintage, per un totale di trentaquattro minigiochi con cui affrontare i propri amici fino all’ultimo respiro.

Ovviamente un gioco del genere da il suo meglio in multiplayer portando le sfide olimpiche fino a quattro giocatori e risultando sempre gradevole e divertente, anche se i comandi impostati per la parte “realistica” risultano a volte poco precisi; al contrario i giochi vintage, che restituiscono un ottimo feeling e sembrano davvero usciti dal passato, riempiranno le serate con i vostri amici online o sullo stesso divano, ricreando quell’effetto nostalgia che solo gli ormai antichi cabinati da bar possono restituire.

Nel complesso Mario & Sonic ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020 funziona bene, anche se rimane un gioco che non osa fare di più di quello per cui è stato creato, riproponendosi ogni quattro anni proprio come le olimpiadi citate nel titolo, ed è un peccato perché su switch, console regina per questa tipologia di giochi, sarebbe davvero bastato poco per fare la differenza, trasformandolo da gioco piacevole a must have.

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