L’autodromo del Mugello di Scarperia è avvolto nella nebbia, la temperatura vicina allo zero. I box sono stati trasformati in una sala di accoglienza per le persone sfollate dopo la scossa di terremoto di magnitudo 4.5 avvenuta il 9 dicembre alle 4.30, con epicentro a Scarperia. “Dormiamo qui da quattro notti”, spiega Rita Banchetti, “durante il giorno riusciamo a tornare a casa aspettando i controlli, quando cala la sera subentra la paura delle scosse”. La prima notte l’hanno passata in macchina, sotto la pioggia, poi è venuta al centro di accoglienza con tutta la famiglia.

Circa 120 persone dormono ancora nei ricoveri organizzati dalla Protezione Civile tra l’autodromo di Scarperia e la palestra della scuola media di Barberino di Mugello, dove viene offerta anche l’assistenza psicologica. Giovanna Baldassarri è appena arrivata al centro di accoglienza di Barberino, per trascorrere la notte con i due figli di dieci e 12 anni. “La nostra casa si trova al terzo piano, la sera i bambini hanno paura di non svegliarsi quando arrivano le scosse e di non fare in tempo a scendere“, racconta Giovanna. “I miei figli mi chiedono spesso perché non si parli più dei bambini che hanno vissuto i terremoti dell’Aquila e di Accumoli: sono bambini come noi, come staranno vivendo? “.

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